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Il terremoto in Giappone alza i costi delle componenti per Apple

Apple ha deciso di assorbire tutti i costi aggiuntivi per i fornitori di componenti giapponesi colpiti dal disastro. La nuova mossa di Cupertino sul fronte delle componenti e della produzione è riportata dal sito DigiTimes in una indiscrezione che sta facendo il giro della Rete in queste ore. Secondo gli addetti ai lavori orientali questa scelta di Apple limita in modo sostanziale le conseguenze sui profitti e sulla normale gestione per diversi fornitori giapponesi che realizzano componenti e materiali necessari per la costruzione di iPhone e iPad. Tra i materiali e le componenti citate ricordiamo le pellicole conduttive anisotropiche indicate con la sigla ACF, un sistema di collegamento privo di piombo ed eco-compatibile utilizzato per la costruzione degli schermi LCD e anche materiali ITO da Indium tin oxide, ossido di indio e stagno, anche questo utilizzato per la costruzione degli schermi LCD. In particolare le scorte di questi due materiali sarebbero sufficienti fino a maggio, dopo di che potrebbero verificarsi problemi di approvvigionamento.

Oltre ad assicurare una operatività normale per i fornitori del paese del Sol Levante, la disponibilità di Apple nel sostenere i maggiori costi assicura alla multinazionale di Cupertino un flusso costante di componenti e materiali che permettono così di mantenere gli elevati volumi di produzione richiesti per iPad e iPhone. I rumors sostengono che la produzione di iPad 2 è programmata per raggiungere un volume di 4milioni di pezzi al mese nel trimestre che va da aprile a giugno. Secondo alcuni osservatori questa manovra di Cupertino potrebbe causare qualche problema agli altri costruttori di tablet. Le società che non dispongono di liquidità immediate agli stessi elevati livelli di Apple rischierebbero di incappare in ritardi nelle consegne, maggiori costi e in ultimo in una riduzione dei profitti.

Ricordiamo che voci sulla disponibilità di Apple nell’assorbire i maggiori costi per gli approvvigionamenti dal Giappone erano già emerse circa una settimana fa proprio in relazone ai volumi di produzione degli schermi touch.

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