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La strategia Apple sull’Ai è certa, il suo futuro meno

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Se siete curiosi di sapere come Apple intende sfruttare l’Intelligenza Artificiale, dovrete sintonizzarvi sull’evento di introduzione della WWDC, la conferenza mondiale degli sviluppatori. Se vi steste chiedendo, invece, se quel che Cupertino ha in serbo basterà per recuperare il ritardo e rilanciarsi rispetto ai concorrenti, non attendetevi risposte immediate perché non le ha neppure Apple.

Dubbi ed incertezza sull’efficacia del piano che vedremo snocciolato, presumibilmente con entusiasmo e sicurezza, il 10 giugno da Tim Cook e tutti i suoi collaboratori, strisciano nei corridoi di Cupertino, secondo il sempre ben informato Mark Gurman.

I pilastri della strategia Apple sull’Ai

Ma in che cosa consiste la strategia di Apple per l’Intelligenza Artificiale e perché qualcuno anche tra i dirigenti, si tormenta con i dubbi?

Per capire quale sia il piano nel dettaglio dovremo attendere la WWDC i pilastri fondanti sembrano però essere già ben visibili: quello hardware fondato sul processore M4 e quello software, integrato nelle app proprietarie e in iOs 18 con tutti gli altri sistemi operativi che arriveranno in autunno.

Accanto ad essi un accordo con chi (Google oppure OpenAi) sta già lavorando da anni per rendere l’Ai un elemento di quotidianità, così da offrire un sistema per la parte di interazione diretta.

Il processore M4

Il processore M4, è ben noto, sarà strutturato su una rete neurale molto avanzata, tutta incentrata sull’efficienza nell’elaborazione dell’Ai generativa. Questo elemento hardware non solo è il più definito nelle finalità ma è anche il più sicuro e necessario per il pubblico professionale.

Intelligenza Artificiale Apple, tra speranze

Apple ha bisogno di un processore che fornisca agli sviluppatori, in particolare quelli che si occupano programmi e soluzioni per la creatività (leggi Adobe con la sua Firefly) una piattaforma potente, capace di supportare adeguatamente le applicazioni che facendo leva sull’Ai si proiettano nel futuro.

Per questa ragione Apple avrebbe deciso di mandare in archivio con largo anticipo rispetto alle previsioni il processore M3 e mettere il turbo al lancio del suo successore, tanto da mostrarlo già mercoledì 7 maggio, in occasione della presentazione dei nuovi iPad Pro, per definizione dispositivi per la creatività.

L'Intelligenza Artificiale interroga Apple, il tormento della necessità

Apple stessa, però, ha bisogno di un processore efficiente e studiato per l’Ai. Le sue applicazioni come Pages, Note, Mail, Foto, Fitness, Music, Siri e così via, saranno tutte integrate con funzioni di intelligenza artificiale. Di questo Apple non parlerà durante la presentazione di mercoledì, ma sarà certamente parte del discorso introduttivo della WWDC quando sapremo anche come iOs 18, iPadOs, macOs, sfrutteranno l’Ai.

Quel che già sappiamo è che Apple vuole distinguersi da tutti i concorrenti facendo fare al processore tutte le operazioni che gli altri fanno fare sul cloud. Un modo per “pensare differente” ma anche per giocarsi una carta di marketing, quella della privacy, che ha sempre il suo perché nelle logiche della Mela…

Apple, parallelamente, come accennato si affiderà invece a qualche tipo di partnership con Google per Gemini oppure OpenAi (e per la Cina Baidu) per quel che riguarda la parte che potremmo definire di dialogo e le funzioni di ricerca dell’Ai.

La strategia Apple, se davvero questa sarà la strada, per la parte hardware è difficilmente discutibile. È quel che serve ad Apple per uscire dall’angolo ed accelerare, così da non trovarsi in ritardo nel campo dell’intelligenza artificiale generativa rispetto ai concorrenti che adotteranno soluzioni di Nvidia o Qualcomm.

L’Ai di iPhone e il rischio Stage Manager

È sulla parte “software”, chiamiamola così, che stanno invece sorgendo importanti preoccupazioni.

La domanda che i vertici dell’azienda si stanno facendo è se un sistema che sfruttando Ajax, il modello di Ai proprietario, scrive testi in base ad un suggerimento, seleziona album fotografici, riassume le pagine di Safari o dice quando fare attività fisica, possa interessare davvero.

iOS 18 un progetto ambizioso nei piani di Apple

Domanda non peregrina visto che «ogni anno – dice GurmanApple aggiunge  funzioni di cui poi il 99% degli utenti Apple non sente mai neppure parlare». Se le funzioni di Ai di iOs 18 facessero la fine, per citare un caso, di Stage Manager di cui nessuno ha mia sentito un’impellente esigenza e di cui molti non conoscono neppure l’esistenza, sarebbero guai seri nelle sala dei bottoni di Cupertino.

Per intendere la gravità della situazione, basti considerare che l’Intelligenza Artificiale nei piani Apple non ha il ruolo di Stage Manager, né di diario o di Stand By, ma sarà l’elemento fondante della capacita di competere degli iPhone 16.

I telefoni dell’autunno cambieranno infatti poco dal punto di vista hardware e sarà con le funzioni Ai che dovranno distinguersi dal resto dei concorrenti e convincere all’acquisto.

Fallire in questo ambito, porterebbe quindi a guai molto seri in termine di vendite e di immagine, in contesto che si sta facendo complicato proprio a causa dell’Ai sui dispositivi concorrenti.

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