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Jony Ive: «Il progetto di iPhone X nato cinque anni fa»

Il progetto di iPhone X è nato molto prima di quanto potevate pensare: cinque anni fa. Lo dice Jonathan Ive, Chief Design Officer di Apple che ha partecipato il 6 ottobre alla TechFest, conferenza dedicata all’innovazione e alle tecnologie patrocinata dal New Yorker, periodico statunitense che rappresenta l’America liberal, parlando di vari argomenti, incluso iPhone X.

Dire che il progetto per iPhone X è nato cinque anni fa, non significa, almeno stando alle parole di Ive, che Apple ha impiegato cinque anni per creare il prodotto, ma che già da cinque anni Apple voleva creare un dispositivo con schermo edge-to-edge (che si appoggia letteralmente al bordo del dispositivo in tutta la sua estensione). L’azienda aveva realizzato vari prototipi tutti poco soddisfacenti. «Solo da poco – ha detto Ive – l’insieme di tecnologie necessarie è stata realmente pronta sul serio ed è stato possibile raggiungere l’obiettivo iniziale»

Il designer in questo contesto ha parlato ancora dello “straordinario processo” e dei conflitti che i progettisti devono superare per creare un prodotto unendo tecnologie avanzate e l’usabilità incentrata sul consumatore.

Jony Ive

“Esistono due distinti comportamenti, che posso e devo più o meno assecondare” ha spiegato ancora il designer parlando del procedimento che porta alla creazione di un nuovo dispositivo. “Da una parte, essere curiosi e indagatori, sapendo che questo può portare a problemi costanti tentando di far luce con passo leggero, pronti a sbagliare”; “allo stesso tempo, se sei pronto a fare qualcosa di nuovo, significa tenere conto che il motivo perché non è stato fatto prima è che ci sono 55 ragioni per i quali non è stato fatto prima, e quindi dovrai impegnarti mostrando risolutezza”.

Alla domanda su qual è stato il suo più interessante fallimento, Ive ha risposto di non sapere elencare un fallimento degno di nota; ha ammesso che anche Apple non è perfetta e che i processi legati alla progettazione possano essere esercizi estenuanti, momenti nei quali si impara a dire no, anche a quelle cose che entusiasmano o appassionano. Sapere dire no, in alcuni casi consente di ottenere i migliori risultati. “Penso di avere fatto numerosi sbagli” ha detto ancora Ive, “ma sono certo che quegli errori non derivano tutti da pigrizia o una sorta di compiacimento per se stessi al quale il successo può portare.  Siamo un gruppo di individui ansiosi e inquieti che partono dal presupposto che qualcosa possa non funzionare”.

A proposito del sapere dire no, Ive ha ricordato anche il defunto co-fondatore di Apple, Steve Jobs, spiegando che per lui è stato un “meraviglioso maestro”. “Non ho mai incontrato nessuno con il suo grado di attenzione”.  Jobs gli ha insegnato “l’arte del dire no” anche quando questo avrebbe comportato dei sacrifici.

A Ive è stato chiesto degli smartphone prima che Apple cominciasse a lavorare sull’iPhone. Il designer ha risposto che l’idea di creare l’iPhone è partita da una costatazione semplice: tutti i prodotti allora disponibili erano fatti male; “erano anonimi, alienanti, bizzarri”, “un’efficace testimonianza dell’assenza di ambizione”.

Ive ha anche ammesso che nuove tecnologie e “strumenti avanzati” come l’iPhone, hanno pro e contro. Per quanto riguarda gli aspetti negativi di un dispositivo come iPhone, il designer riconosce di non amare il costante sbirciare l’oggetto al quale porta l’utente, un uso improprio del dispositivo. Ha aggiunto che è necessario trovare un equilibrio in questa sorta di dipendenza che ci porta ad interagire impulsivamente con oggetti e strumenti vari, problema che ad ogni modo esisteva prima ancora dell’iPhone.

La trascrizione completa a Ive è riportata dal sito AppleInsider a questo indirizzo.

progetto di iPhone X

 

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