Le voci sul ritardo dell’iPod nano impazzano e i prezzi delle memorie Nand calano. Se c’era bisogno di conferme sul rapporto ormai molto stretto che esiste tra il player di Cupertino e il mercato delle flash usate in vari ambiti tra cui anche quello dei lettori di canzoni digitali è arrivato in questi giorni durante i quali sul mercato si sta scatenando una vera e propria tempesta che potrebbe costringere gli analisti a rimangiarsi le loro previsioni su una stabilizzazione dei costi delle memorie.
La turbolenza si è generata proprio in conseguenza alle indiscrezioni sul ritardo dell’iPod nano. Invece che essere presentato a fine estate, secondo alcuni analisti, il player arriverebbe in pieno inverno, secondo qualcuno addirittura a ridosso del Natale. Se la voce fosse vera significherebbe per alcuni mesi le grandi quantità di flash che i grandi protagonisti del settore stanno sfornando in queste settimane rimarrebbero a giacere nei magazzini generando un surplus che dovrà essere liquidato, una prospettiva che terrorizza i produttori che si stanno già dando da fare con Hynix e Samsung (forse non a caso due dei principali fornitori di Apple) che hanno iniziato a fare sconti.
Secondo il Digitimes, che cita fonti Taiwanesi, il costo delle memorie da maggio a luglio è già sceso fino ad oltre il 14%. La situazione potrebbe presto aggravarsi se, come sostiene lo stesso giornale, nella battaglia dei prezzi dovesse scendere anche SanDisk, un altro grande protagonista del settore.
Secondo diversi esperti, in effetti, un ritardo di qualche settimana e anche di un paio di mesi dell’iPod nano potrebbe pesare gravemente sui bilanci delle società delle memorie Nand, questo perché molte di essere in vista dell’impulso che il player potrebbe dare al settore, hanno riconvertito parte delle loro linee di produzione da memorie Ram a memori Nand e allestito nuovi stabilimenti. Teoricamente si potrebbe riconvertire di nuovo questi impianti per sfornare altri tipi di memorie, ma i costi e i tempi non sarebbero giustificati. Per cui l’unica soluzione è quella di tenere duro e operare con la leva dei prezzi. Sperando che le voci sul ritardo dell’iPod nano siano sbagliate.