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Google, Microsoft e Comcast: è aperta la caccia ad Aol

Tra pochi giorni, al massimo qualche settimana, capiremo cosa succede. Sarà  la volta che Google ci rimette le penne (se Microsoft si accorda con Aol), oppure la casa di Mountain View riuscirà  a rintuzzare gli assalti di Microsoft nel settore dell’advertising online e stringere l’accordo del secolo con il fornitore di contenuti e connettività  del gruppo Time Warner? E ComCast, il primo operatore per la connettività  negli Usa, riuscirà  a stringere l’alleanza per portare a casa qualche milione di americani che ancora si collegano col modem a 56K, l’unica forma di connettività  offerta da Aol?

Da tempo si parla della possibilità  che Time Warner faccia cassa e venda Aol, cedendo un pezzo di storia dell’informatica di rete (ricordate il film con Meg Ryan e Tom Hanks, “C’è posta per te”?) e uscendo in qualche modo dal mercato dei fornitori di accesso. Ma la vera battaglia è dall’altro versante, tra Microsoft, Google (Yahoo! e pochi altri). Cioè quella della pubblicità  online. Google dipende per il 95% del suo fatturato – di circa 5 miliardi di dollari – proprio dal business dell’advertising online, e per l’11% di tutto questo da un accordo proprio con Aol.

La vittoria, annunciata dal Wall Street Journal, di Microsoft con un accordo “in minore” (in sostanza, passaggi pubblicitari unificati tra Msn e Aol, abbandonando Google al suo destino) potrebbe colpire nella principale fonte di introiti il motore di ricerca che sta conquistando la rete ma il cui modello di business è ancora fortemente legato a un’unica fonte di introiti.

Per ComCast, il discorso è diverso. Aol fornisce connettività  a milioni di americani ma solo via modem, con la connessione a 56K. Questo è l’unico modo per “entrare” nel portafoglio completo di quella che potremmo paragonare a una rete alternativa (è nata prima dell’internet pubblica) e connessa da gateway a Internet. L’arrivo di un operatore via cavo, paragonabile a Fastweb italiano, vorrebbe dire aprire una nuova era per i contenuti di Aol e quindi per le possibilità  di sinergia con la casa madre Time Warner. Tra qualche giorno, ne sapremo di più.

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