L’Unione Europea torna sul tema delle licenze uniche per la musica digitale. Dopo avere più volte manifestato la sua insoddisfazione per lo stato attuale delle cose che obbligano chiunque voglia aprire un negozio paneuropeo a complicate (e costose) procedure burocratiche per avere il permesso da tutti i paesi dove la musica viene venduta, ora l’UE impone una sorta di ultimatum, chiarendo la sua posizione ufficialmente e i provvedimenti che dovranno essere assunti.
In conseguenza della raccomandazione espressa dall’UE per iniziativa del commissario al mercato interno Charlie McCreevy, ciascuno stato dovrà provvedere per fare sì che a breve chi desidera aprire un negozio di musica digitale e vendere canzoni on line abbia la possibilità di falo semplicemente richiedendo le debite autorizzazioni ad una singola autorià nazionale per la tutela del copyright. Toccherà a questa autorità , successivamente, rappresentare il possessore della licenza nei confronti delle altre autorità omologhi d’Europa.
La presa di posizione formale non ha però soddisfatto la EDIMA (European Digital Music Association), l’associazione di cui fa parte anche Apple e che raggruppa gli operatori della musica on line. Secondo il direttore dl gruppo, Luc Delaney, l’Unione doveva assumere una posizione più netta e risolutiva, non limitarsi ad una raccomandazione che, di fatto, lascia ai singoli paesi la possibilità di decidere quale legge applicare per rispondervi. In questo modo, secondo Delaney, si riduce la possibilità che vengano presi provvedimenti realmente efficaci.
McCreevy ha replicato sostenendo che la raccomandazione è solo un primo passo. ‘la situazione verrà tenuta sotto controllo con attenzione – ha detto il commissario – se verificheremo che le cose non procedono nella direzione verso cui intendiamo che vadano, interverremo con strumenti più restrittivi’.
L’interesse dell’Unione per la musica digitale deriva dalla difficoltà con cui questa particolare nicchia del business dell’intrattenimento cresce in Europa. Nie primi sei mesi dell’anno i cittadini americani hanno comprato 159 milioni di canzoni, gli europei solo 29 milioni. Per aprire un negozio in Europa sono necessari mesi di trattative e molti soldi a disposizione per farlo, negli USA le procedure sono molto più semplici. Tutto ciò sarebbe l’effetto della presa della compagnie nazionali dei diritti musicali che nei fatti preservano i propri privilegi all’interno dei confini nazionali, obbligando a complesse e dispendiose procedure che sono contro lo spirito del libero commercio alla base del mercato comune.