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Mac Os X contro Longhorn: KO al primo round?

E’ una sorta di legge della vita, ci ha detto il vicepresidente di Apple, Phil Schiller. “Hanno speso troppi soldi, messo dentro troppe persone e troppe ambizioni. Sappiamo bene in che situazione si trova oggi Microsoft con Longhorn perché abbiamo rischiato di finirci anche noi. Ma loro stanno facendo la cosa sbagliata”.

Non c’è bisogno, a dire il vero, di parlare con uno dei principali uomini di Steve Jobs nelle salette dell’Apple Expo’ di Parigi per capire che Microsoft sta facendo la cosa sbagliata. Ci riesce benissimo da sola, a farlo capire. E i fatti parlano chiaro. Negli stand di Apple qui a Parigi ci sono una trentina di PowerMac e iMac con installato Tiger, il sistema operativo che arriverà  nella prima metà  del 2005. Funziona già  bene per molti versi, e le promesse che fa sono ben tangibili.

Soprattutto, Apple segue un approccio pragmatico e focalizzato ai bisogni degli utenti e all’innovazione “possibile”, come ci ha detto Schiller. Non fa, come altri, un esercizio “muscolare” e totalmente staccato dalla realtà , come fanno invece “altri”.

In che senso? La logica, interpretando le parole del vice presidente di Apple, è che Microsoft (gli “altri”) investono troppi soldi, mettono troppe persone e hanno obiettivi troppo ambiziosi. In una parola, non sono concreti.

Cosa sta succedendo con Longhorn, per esempio? Microsoft, quando Apple stava lanciando Mac Os X 10.0.0 – in realtà  le prime versioni in beta – annunciò che la vera rivoluzione sarebbe arrivata con il suo prodotto allo studio degli ingegneri del software. Era il 2001. Longhorn era praticamente solo un nome, mentre le scelte tecnologiche fondamentali di Mac Os X erano state già  fatte: kernel basatao su Mach e FreeBsd, interfaccia studiata in un certo modo, uso delle trasparenze e via dicendo.

Nel tempo Microsoft ha iniziato a chiarire che cosa avrebbe fatto con Longhorn: nuovo file system, nuovo sistema per la visualizzazione dell’interfaccia, font e altro. Insomma, una rivoluzione. Un sistema operativo “sicuro”, qualcosa di molto diverso da Windows XP.

Ok, sono passati tre anni, siamo quasi alla quarta versione di Mac Os X (provato negli stand di Apple, e funziona), e Longhorn, annunciato per il 2006 ancora non ha delle versioni in beta completamente funzionanti, il nuovo file system (“rivoluzionario”) non ci sarà , né ci saranno un sacco di altre innovazioni annunciate. Praticamente, arriverà  un prodotto monco, parzialmente funzionante rispetto alle premesse. Ma almeno sicuro, no?

No, rispondono da Microsoft. “Noi non garantiamo la sicurezza – hanno dichiarato in un paio di interviste manager di alto livello della società  – ma forniamo un processo che durerà  dieci anni. Al termine del quale, nel 2011, saremo sicuri che il nuovo sistema operativo che stiamo realizzando sarà  a prova di bomba”. Non male. Ottima pubblicità  per Apple.

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