La scorsa primavera, in occasione della conferenza mondiale degli sviluppatori, Steve Jobs, officiò il funerale di Mac OS 9, benché l’anziano Sistema mostrasse di avere ancora una lunga schiera di sostenitori.
L’AppleExpo parigino è la sede per infliggere il colpo di grazia allo storico OS, impedendone, di fatto, l’uso sulle future macchine. Steve Jobs, infatti, ha esplicitamente dichiarato che dal 1 gennario 2003, tutti i nuovi Macintosh che saranno rilasciati non avranno più la possibilità di eseguire il boot da OS 9.
Gli utenti, però, non devono disperarsi, strappandosi i capelli, per timore che, da un giorno all’altro vengano privati della possibilità di utilizzare i propri vecchi software.
L’ambiente Classic consentirà ancora per diverso tempo di continuare ad ritoccare foto con Photoshop 5, gestire il database dell’azienda con FileMaker 4 e decine di altri esempi, senza obbligare all’acquisto forzato di nuovi programmi.
Un modo drastico per far traghettare l’utenza sul nuovo Sistema Operativo che, evidentemente, mostra la voglia di non dispendere preziose risorse programmative nell’aggiornare OS 9 per l’hardware futuro.
Lasciamo solo ai più maliziosi le illazioni su alcune possibili difficoltà che avrebbero fatto desistere Apple dal continuare a supportare OS 9. Una nuova generazione di Macintosh all’orizzonte?
Tuttavia, si potrebbe anche interpretare, una decisione di tal livello di importanza, dall’ottica della sicurezza: Mac OS X, finora, è convissuto con un’ombra abbastanza scomoda, in tal senso.
E’ notorio che la tanto decantata “blindatura” dei sistemi derivati da Unix, subisce un grave colpo nell’interpretazione di Apple, potendo essere agevolmente aggirata per mezzo di un semplice riavvio dal lato di OS 9. A cosa serve un Sistema Operativo intrinsecamente supersicuro se poi si può comunque accedere a tutti i file con un banale reboot?
E’ ben vera l’esistenza di diversi trucchi per impedire l’avvio da Mac OS 9, ma conoscendoli, ogni difesa è vana.