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Warner, primo obbiettivo: fare fuori Apple

Apple va fermata al più presto, in ogni modo, in caso contrario le case discografiche avranno di che pentirsene. Questo, in sintesi, il pensiero espresso ieri da Michael Nash, responsabile delle strategie musicali di Warner. L’€™opinione di Nash, che ben rappresenta la continua escalation della battaglia tra le case discografiche e Cupertino di cui la società  americana si è nominata comandante in capo, è giunta nel contesto del CTIA, la rassegna dedicata al mondo dei cellulari e dell’€™universo mobile in genere che si tiene a San Francisco.

Secondo Nash, allo stato attuale delle cose le case discografiche sono letteralmente schiave di Apple e ammaliate dalle opinioni di Jobs. ‘€œSe oggi ci si presentasse davanti e ci dicesse di abbassare i prezzi delle canzoni a 39 o 29 centesimi l’€™una ‘€“ ha detto Nash ‘€“ noi diremmo di sì, perché tanto le canzoni digitali vendute sono poche’€. La colpa, d’€™altra parte, non sarebbe neppure di Apple, dice Nash, ma delle stesse case discografiche, afflitte da inerzia e dall’€™incapacità  di capire in quale situazione si sarebbero trovate. ‘€œTutti a ripetere che non ci doveva più essere un’€™altra MTV ‘€“ ha detto Nash ‘€“ e invece eccoci qua: Apple è la nuova MTV’€.

Da questa situazione, secondo Nash, si può comunque uscire e per farlo si deve operare con decisione e senza stare troppo a pensare, cancellando il privilegio, tutto a favore di Apple e delle vendite di iPod, dei 99 centesimi per canzone. La strategia non sarà  troppo dolorosa, neppure per Cupertino, sostiene Nash: ‘€œL’€™iPod non sparirà  di certo dalla circolazione e Jobs troverà  un altro modello di profitto’€.

Ricordiamo che Jobs, anche molto recentemente (ad Apple Expo), aveva detto che le case discografiche hanno margini superiori con le canzoni vendute via iTunes rispetto a quelle vendute in CD e che se la strategia è quella di alzare il prezzo ‘€œsignifica che qualcuno sta diventando avido’€.

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