La notizia più importante non è, dal nostro punto di vista, il fatto che il 9 luglio Microsoft rilascerà Windows CE 5 (noto anche con il nome in codice di Macallan), dedicato ai dispositivi portatili, ma che l’azienda di Bill Gates si avvicini, per la prima volta, all’open source BSD o che, quanto meno, si allontani dalle rigorose e restrittive politiche riguardo ai propri codici sorgente.
“I licenziatari manterranno la proprietà delle proprie linee di codice derivato e non saranno obbligati a condividere con Microsoft, partner o competitori tali modifiche” è la frase che usa Microsoft per spiegare che tipo di rivoluzione prova a saggiare dopo aver osservato per troppo tempo, senza battere ciglio, cosa accadeva nel mondo dell’open source e in particolare tra gli sviluppatori di quel Linux che tanti danni economici ha finora provocato alle casse di Redmond.
Ricordiamo però che le licenze GPL note nel mondo open source obbligano la condivisione delle derivazioni del codice sorgente, questa è una delle prerogative che hanno fatto tanto crescere questa comunità .
E’ stato rivelato in concomitanza con il DevCon – Microsoft Windows Embedded Developers’ Conference, in corso in questi giorni a San Diego, che Windows CE Shared Source Program è composto da ben 2,5 milioni di linee di codice sorgente. La Windows CE Core License costa 3 dollari.
Ya-qin Zhang di Microsoft ha dichiarato: “è la prima volta che facciamo una cosa del genere, stimiamo che sarà reso disponibile dal 60 al 70% del codice sorgente”.
Microsoft ha dovuto aprire alcuni dei protocolli di Windows ai competitori principalmente per ottemperare alle decisioni del processo statunitense sull’anti-trust… in attesa di conoscere le decisioni dell’Unione Europea, attualmente congelate.