Il contratto con la cinese ZTE Corp è già stato firmato: un’estesa rete di zone hot spot sarà installata in Città del Messico per collegare scuole, uffici governativi, oltre alle migliaia di videocamere di sorveglianza sparse per l’area urbana. à lo stesso sindaco Marcelo Ebrard a precisare che il progetto ha priorità assoluta e che la messa in opera inizierà nel giro di pochi mesi.
Confidandosi con i giornalisti, il nuovo sindaco di Città del Messico ha dichiarato il suo vero sogno: quello di poter presto estendere la rete a banda larga wireless a tutta la superficie della metropoli, a disposizione di tutta la popolazione.
Appresa la notizia il primo pensiero corre ai nostri politici nazionali e locali: grande è il desiderio di sottoporre alla loro attenzione l’esempio di Città del Messico. Ad un esame più approfondito però si scopre che il sindaco Ebrard non è nuovo a progetti e comunicati altrettanto ambiziosi, oltre a quello della banda larga wireless, ricordiamo la proposta di realizzare spiagge artificiali temporanee per le persone che trascorrono l’estate in Città del Messico.
I modelli che Ebrard prende come esempio sono le metropoli più ricche e sviluppate del vecchio continente, in questo caso Parigi e Berlino.
Tutto questo interesse e tutti gli sforzi mirati a iniziative se non secondarie comunque non certo vitali, assumono ben altri significati quando si apprende che in molte zone di Città del Messico l’acqua arriva solo grazie a camion cisterna, la rete idrica soffrendo di bassa pressione e super sfruttamento delle falde. Le situazione non è migliore per quanto riguarda l’elettricità : l’inadeguatezza e l’obsolescenza della vecchia rete spesso è causa di blackout che colpiscono persino i quartieri centrali.
[A cura di L. M. Grandi]