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Antitrust europeo, Mozilla contro Microsoft

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Mozilla entra nel caso antitrust allestito dall’€™Unione Europea contro Microsoft. L’€™adesione del team che si occupa di implementare Firefox all’€™iniziativa che, per ora, mira a verificare se esistono i presupposti per l’accusa di esercizio abusivo di monopolio nella distribuzione di Internet Explorer con Windows, è stata resa nota nel corso della giornata di lunedì, da un portavoce dell’€™Unione.

Mozilla va ad affiancarsi ad Opera che aveva dato il via al caso, presentando all’€™Ue un esposto. I creatori di Firefox si prefiggono di offrire all’€™Unione ‘€œun appoggio per trovare un rimedio effettivo alla situazione’€. Secondo Mitchell Baker, presidente della fondazione Mozilla, non esisterebbe infatti ‘€œil minimo dubbio sul fatto che l’€™integrazione tra Windows e Internet Explorer danneggia la concorrenza tra browser, mina l’€™innovazione e in definitiva riduce la scelta per i clienti. Sono stata coinvolta – dice la presidente – per anni, da prima che ci entrasse Microsoft, nello sviluppo di prodotti per questo mercato e lo stesso ritmo assunto dalla rilascio di nuovi prodotti è un chiaro e manifesto segno di quello che sta succedendo’€.

Mozilla avrà  diritto di leggere i documenti presentati da Microsoft, di presentare documentazione e suggerimenti, di entrare, dunque, a pieno titolo nel caso.

Se il procedimento dovesse prendere corpo e Microsoft essere giudicata colpevole si assisterebbe al replay di quanto accaduto qualche anno fa, quando l’€™Ue obbligò Microsoft a separare il media player dal sistema operativo. Opera giudica però poco efficace il rimedio assunto allora, quando Microsoft fu obbligata a produrre un Windows senza il Media Player, ma ebbe la possibilità  di vendere anche una versione con Windows Media Player. Secondo il Ceo della software house norvegese Jon von Tetzchner, l’€™unico mezzo efficace per fermare quello che la sua società  ritiene un abuso, è la separazione definitiva di Windows da Internet Explorer e un sistema di scelta, all’€™atto dell’€™installo, del browser tra una lista che presenta anche quelli della concorrenza.

Ricordiamo che fu proprio l’integrazione di IE con il sistema operativo a scatenare il più famoso dei casi antritrust contro Microsoft, quello che portò il dipartimento di giustizia della presidenza Clinton a trascinare in tribunale Redmond con l’accusa di avere attentato alla concorrenza posta da Netscape usando il potere di monopolio nei sistemi operativi.

Il processo, che finì per coinvolgere realtà  quali Apple, Sun, IBM, Intel, Real Networks, Linux, tutti chiamati a testimoniare, venne condotto dal giudice Jackson. Il magistrato giudicato un ultraconservatore, ma anche un ultraliberista, diede torto a Microsoft decretando la clamorosa suddivisione di Microsoft in due tronconi, uno avrebbe dovuto occuparsi di sistemi operativi e uno di applicativi. Ma in parte per alcune imprudenti dichiarazioni di Jackson alla stampa e in parte per il sopravvento di una differente amministrazione, la sentenza venne impugnata in appello e poi prese una strada differente. Un accordo mediato tra Dipartimento di Giustizia e Microsoft cancellò i provvedimenti di Jackson e impose alla società  delle finestre obblighi assai meno onerosi, come la sorveglianza sulle sue pratiche di mercato e una commissione che avrebbe vigilato sull’accessibilità  da parte della concorrenza delle Api.

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