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VentureBeat: «Apple compri DuckDuckGo»

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Apple dovrebbe comprare DuckDuckGo. È il consiglio che VentureBeat suggerisce alla Mela, evidenziando come i principali motori di ricerca siano tutti indietro in termini di rispetto della privacy e un servizio come quello offerto da DuckDuckGo potrebbe essere perfetto, soprattutto in virtù delle policy di Apple in materia di privacy e la sicurezza.

Apple permette da tempo di indicare DuckDuckGO come motore di ricerca predefinito per Safari su OS X e iOS, un servizio che si caratterizza rispetto ad altri per la filosofia improntata sulla privacy: contrariamente a quanto fanno altri, non immagazzina, infatti, le informazioni sulle ricerche eseguite dagli utenti. Il sistema tende a privilegiare le informazioni di crowdsourcing provenienti da altri siti, ad esempio Wikipedia, Wolfram Alpha e altri ancora. Non memorizza alcun indirizzo IP, non registra informazioni sull’utente, usa i cookie solo quando strettamente necessario (per le impostazioni). Il creatore, Gabriel Weinberg, ha più volte evidenziato che il servizio in questione è pensato per liberare l’utente dalla “bolla filtrante” e dal tracciamento.

Tim Cook, senza citarli espressamente, ha recentemente attaccato società come Google e Facebook, colpevoli di avere “costruito il loro impero spingendo i loro clienti a non preoccuparsi troppo dei propri dati personali”; in occasione dell’evento EPIC’s Champions of Freedom ha spiegato che queste aziende, “succhiano tutto quello che possono e cercano di trarne profitto economico. Noi crediamo che sia sbagliato; non vogliamo essere quel tipo di azienda”.

Oggi come non mai vi è la consapevolezza di quanto pericoloso possa essere regalare a terzi i propri dati, tanto che un servizio come DuckDuckGo ha registrato negli ultimi due anni una crescita del 600% nel traffico.

“Crediamo che il cliente debba avere il pieno controllo sulle sue informazioni personali” ha detto Cook; “Forse a voi piace scaricare servizi e app gratuite, ma noi crediamo che non valga la pena regalare la mail, la cronologia delle ricerche o l’accesso alle foto a cambio di servizi; questi dati vengono venduti a scopi pubblicitari. Siamo convinti che un giorno gli utenti se ne renderanno conto”.

Passare armi e bagagli verso DuckDuckGo non sarebbe ad ogni modo eventualmente facile. Apple per molti servizi dipende ancora molto da Google, Bing e Yahoo; la grande “G”, in particolare, continua a essere la società regina delle ricerche, non solo per l’enorme expertise acquisita negli anni ma anche perché molti utenti sono legati al brand e sfruttano nient’altro che Google per le loro ricerche.

DuckDuckGoes

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