Ci sono rumor e rumor. Alcuni fanno parte del gioco, diventando anticipazioni più o meno ben accette. Altri, però, rischiano di valicare i confini della legalità. È quello che, secondo Apple, sarebbe successo nei mesi scorsi con una serie di video e ricostruzioni pubblicati da Jon Prosser, volto noto e anche controverso della scena tech su YouTube. Di qui la decisione di atto formale: una causa legale per appropriazione indebita di segreti aziendali.
La vicenda risale alla fine dello scorso autunno quando Prosser aveva mostrato il redesign dell’app Fotocamera, evidenziando la presenza di un insieme semplificato di pulsanti per passare dalla modalità foto a video; in un diverso video a marzo aveva poi mostrato il design della futura versione dell’app Messaggi, completa con i pulsanti di navigazione arrotondati che abbiamo effettivamente visto nella beta di iOS 26.
Il redesign dell’app Fotocamera mostrato da Prosser, che in passato e anche molto recentemente, ha presentato anteprime sui prodotti Apple, non si è rivelato identico a quello che abbiamo visto in seguito con le prime beta di iOS 26, ma in linea generale il leaker ha anticipato con precisione molte delle scelte di Apple, così come altre indicazioni rivelate in anteprima.
Non si trattava però di rumors e anticipazioni ottenuti in maniera trasversale ma onesta. Secondo Apple il leaker in collaborazione con Michael Ramacciotti avrebbe infranto i limiti della legalità

Una chiamata FaceTime e un iPhone di sviluppo al centro della vicenda
La notizie, come spiega Macrumors, sarebbero state ottenute dopo avere avuto accesso all’iPhone in possesso di un amico di Ramacciotti: Ethan Lipnik, dipendente Apple. Secondo l’azienda di Cupertino, Prosser e Ramacciotti si sarebbero accordati per accedere al telefono di Lipnik, ottenendo il codice di sblocco e sfruttando funzionalità di localizzazione per capire quando lo sviluppatore sarebbe stato assente per periodi prolungati. Prosser avrebbe offerto un compenso a Ramacciotti in cambio della collaborazione.
Ramacciotti avrebbe avuto accesso al telefono di Lipnik, avviando una chiamata FaceTime con Prosser per mostrargli in diretta iOS 26 in esecuzione sul dispositivo. Prosser avrebbe registrato la chiamata con strumenti di cattura video, condiviso i filmati con altri collaboratori e usato le schermate per realizzare le immagini renderizzate che mostravano in anteprima l’interfaccia del sistema operativo (video youtube qui sotto)
A detta di Apple, nel telefono di Lipnik erano presenti anche altre informazioni commerciali riservate non ancora rese pubbliche, e non è stato possibile determinare se parte di queste sia finita nelle mani di Prosser o Ramacciotti. Per proteggere i propri segreti, Apple ha chiesto un’ingiunzione per impedire ulteriori divulgazioni e il risarcimento dei danni per la loro appropriazione indebita.
Lipnik è stato licenziato da Apple per non avere rispettato le policy aziendali sulla protezione di dispositivi e software in fase di sviluppo e per non avere informato internamente l’azienda di quanto accaduto, neppure dopo che altri avevano riconosciuto il suo appartamento nelle immagini della chiamata FaceTime. Apple avrebbe scoperto i dettagli tramite una segnalazione anonima via email.
Dopo avere appreso della denuncia, Prosser ha pubblicato un tweet affermando di essere ignaro dell’evoluzione della situazione, dichiarandosi “in attesa di parlare con Apple della questione”. Non ha però smentito la veridicità delle informazioni finora emerse.
Interesting. This is not how things went down on my end. Looking forward to being able to speak to Apple about it.
— jon prosser (@jon_prosser) July 18, 2025
Accuse di mancati pagamenti da parte di concept artist
Parallelamente alla causa legale, Prosser si trova coinvolto anche in accuse pubbliche da parte di alcuni artisti che negli anni hanno collaborato con lui alla realizzazione di render per i suoi video. L’artista Shi (@concept_central) ha raccontato su X le sue esperienze e quelle di altri colleghi, parlando di compensi mai ricevuti o pagamenti ritardati anche di mesi.
In un caso, il concept artist Randy Vasquez avrebbe ricevuto solo 400 dollari su 1000 promessi, dopo aver pubblicato un video denuncia. In un altro, l’artista Prosser Usher avrebbe ottenuto solo una parte del pagamento, seguito dall’invio non richiesto di un iPhone 16 Pro, usato come forma alternativa di compensazione. Shi sostiene che almeno quattro artisti siano tuttora in credito con Prosser, e mette in guardia altri giovani creativi dal collaborare con lui.
Una storia che affonda nel tempo: le ammissioni pubbliche e il rischio Think Secret
Le controversie intorno a Prosser non sono una novità. Già nel 2020, il giornalista Lex McFarley aveva pubblicato un articolo su Medium in cui raccontava di aver ascoltato Prosser in vari podcast, tra cui iMore e CultCast. In quelle interviste, Prosser avrebbe ammesso di ricevere informazioni direttamente da dipendenti Apple, arrivando a chiedere esplicitamente immagini di prodotti non ancora annunciati.
McFarley metteva in guardia: indurre dipendenti a violare accordi di riservatezza può configurare una violazione della normativa sui trade secrets, esponendo anche il leaker a una causa. Il giornalista ricordava il precedente del sito Think Secret di Nick Ciarelli, chiuso dopo una causa da parte di Apple nel 2007. “È come guardare un incidente al rallentatore”, scriveva McFarley, riferendosi a Prosser. “Credo che non abbia davvero idea di cosa stia rischiando”.
La vicenda Think Secret fu un caso di scuola di come Apple ai tempi di Jobs perseguisse e punisse duramente gli autori di furti di informazioni. In un progetto studiato ad hoc, denominato Asteroid (riferimento ad corpo spaziale che può sterminare la vita sulla terra, qui invece far morire i siti di rumor) la Mela inventò una serie di falsi prodotti per capire da dove uscivano le notizie. Grazie a questo stratagemma individuò dipendenti infedeli, denunciò Ciarelli che per evitare conseguenze peggiori chiuse il sito.











