Questo sito contiene link di affiliazione per cui può essere compensato

Home » Hi-Tech » Finanza e Mercato » Apple non gradisce l’app Damus, social sostenuto dal fondatore di Twitter

Apple non gradisce l’app Damus, social sostenuto dal fondatore di Twitter

Apple ha più volte fatto capire di non amare i trasferimenti di criptovalute in-app e ha avvisato il team che si occupa dello sviluppo di Damus – app social decentralizzata sostenuta dal co-fondatore di Twitter Jack Dorsey – che potrebbe procedere alla rimozione di questa app dall’App Store se gli sviluppatori non elimineranno la possibilità di inviare bitcoin dall’app.

Damus è un’app social decentralizzata, basata su Nostr, un protocollo aperto che dovrebbe risolvere il problema di rendere i social immuni alle censure; l’app consente – tra le altre cose – di inviare micro-donazioni in Bitcoin ad altri utenti.

L’invio di Bitcoin è gestito da Lightning Network, protocollo di pagamento che consente di scambiare criptovalute senza bisogno di app esterne, “quasi” gratuitamente; queste transazioni sono note sui social come “zap”, visti di buon occhio da Dorsey e soci che vedono un potenziale in tutto questo, con la possibilità di scambiare in modo più semplice e conveniente valuta digitale transnazionale.

Apple ha chiesto a Domus di rimuovere la funzionalità per l’invio dei bitcoin. A riferirlo è il sito The Street spiegando che gli sviluppatori hanno ricevuto un avviso di rimozione qualora non rispettassero le regole dell’App Store e che hanno 14 giorni di tempo per eliminare la funzione.

Apple riferisce che la possibilità di inviare micro-transazioni dall’app corrisponde a “vendere contenuti digitali”, scelta non consentita dalle regole dell’App Store senza passare dai sistemi di pagamento in-app previsti da Apple.

Dorsey in un tweet ha risposto ad Apple affermando che “La mancia sui post non è correlata alla vendita di contenuti digitali”, e che a suo modo di vedere “È una forma di feedback”. E ancora: “Perché limitare le persone che si scambiano bitcoin? Questa è l’unica opportunità di costruire un protocollo di pagamento veramente globale per Internet (che andrebbe a vantaggio anche della stessa Apple”.

Non è la prima volta che Apple si trova a scontrarsi con sviluppatori per problematiche simile: la più nota delle diatribe è quella con Epic per l’uso di metodi di pagamenti alternativi che bypassano i sistemi in-app di Apple, evitando il pagamento della commissione (trovate gli sviluppi di quest’ultima vicenda partendo da qui).

Offerte Apple e Tecnologia

Le offerte dell'ultimo minuto le trovi nel nostro canale Telegram

Top offerte Apple su Amazon

Sono arrivati gli iPhone 15 e 15 Pro, primo contatto

Minimo iPhone 15 Pro da 256 GB, solo 1169

Su Amazon iPhone 15 Pro scende al minimo storico nella versione da 256GB. Ribasso a 1169 €, risparmio di 200 €

Ultimi articoli

Pubblicità