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Bush alla finestra nel caso Microsoft (per ora)

Se alla Microsoft sperano che con l’arrivo di George Bush alla Casa Bianca il processo antitrust possa dirsi di fatto concluso e le conclusioni cui era giunto Jackson cancellate, si sbagliano. Almeno questo è il parere di alcuni esperti di legislazione in materia intervistati da ZDNet.
Secondo un nutrito numero di docenti universitari, avvocati ed osservatori del mondo politico, infatti, il nuovo presidente degli Stati Uniti al momento non è in grado di dare l’aiuto che, forse, vorrebbe e che Gates potrebbe pretendere, questo nonostante più volte Bush abbia dichiarato che a suo giudizio la divisione in due differenti unità  di Microsoft sia una mossa sbagliata.
La ragione della possibile inerzia di Bush sarebbero duplici. In primo luogo il presidente è in una posizione di grande debolezza politica, il senato è spaccato in due e la sua immagine, dopo le note vicende elettorali in Florida, certo non ai massimi. In questa posizione Bush deve prestare molta attenzione ai passi che compirà  per non alienarsi altra parte dell’opinione pubblica e fronteggiare in uno scontro difficile il senato.
In secondo luogo Bush non avrebbe, al momento, alcuna ragione di prendere iniziative in merito perchè con ogni probabilità  il “lavoro sporco” verrà  svolto dalla corte d’appello. Ci sono infatti buone probabilità  che il secondo grado di giudizio, infatti, possa modificare il riscontro del processo e del giudizio di Jackson.
“Il costo di un intervento in questa fase – sostiene Bill Kovacic, docente alla George Washington University Law School – è quello di trovarsi sommersi da una tempesta di critiche e di critiche in un momento in cui Bush non dispone di alcune capitale politico da spendere. E poi che benefici ne trarrebbe? Secondo me nessuno. Infine anche la storia gioca a favore. Dal 1890 ad oggi nessun caso fondato sullo Sherman Act è stato mai vinto dal Dipartimento di Giustizia”
Lo scenario che si profila, dunque, potrebbe prevedere un Bush defilato fino a quando la Corte d’Appello non abbia sovvertito parzialmente il giudizio di Jackson. A quel punto la separazione in due entità  di Microsoft sarebbe improbabile e il Governo non dovrebbe proprio fare nulla per andare incontro a Gates.
Ma se le cose dovessero mettersi male o se semplicemente Bush decidesse che il processo dovesse avere una svolta prima della sentenza del secondo grado di giudizio, il nuovo ministro della giustizia John Ashcroft, potrebbe semplicemente chiedere di presentare un intervento supplementare in cui annuncerà  di non chiedere più la separazione in due società , oppure potrebbe decidere di trovare un accordo con Microsoft con le due parti che chiuderanno in via negoziale la contesa.
A quel punto resterebbero in campo i singoli stati (19 in tutto) che potrebbero decidere di andare avanti autonomamente contro Microsoft. Ma la loro posizione, senza più il Dipartimento di Giustizia a fare da supporto, sarebbe molto debole.

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