Alcuni McDonald’s di New York City, Chicago e un’altra città californiana ancora da decidere sperimenteranno per circa tre mesi un servizio che potrebbe diventare regola nella gran parte dei ristoranti: Wi-Fi (IEEE 802.11b, quello di AirPort).
Si inizia con dieci fast food nella Grande Mela, per raggiungere circa trecento locali, in queste maggiori località statunitensi, entro la fine d’anno.
I ristoranti che avranno questo utile servizio extra lo faranno sapere ai passanti con una vistosa insegna.
La prima ora di collegamento sarà compresa nel prezzo della consumazione, successivamente o si acquista un altro “meal” oppure si pagano 3 dollari per un’ulteriore ora di connessione senza fili.
Il partner tecnologico scelto da McDonald’s è Cometa per le infrastrutture, un progetto nato dalla volontà di IBM, AT&T e Intel e non è escluso che sia prevista una collaborazione stretta anche con quest’ultima dato che l’annuncio arriva proprio nelle ore successive al lancio di Centrino, il chip con potenzialità wireless, che il produttore del Pentium sta promozionando con grande dispendio di energie.
Apparirà sempre più la scritta “working with Centrino” (funziona con Centrino, ndr) non tanto per dimostrare quale sia il fondamento tecnologico ma si tratta di un’abile idea di marketing per diffondere il nome del processore Intel ad un ampio pubblico.
A margine segnaliamo anche l’annuncio della catena alberghiera Hilton che, arrivando dopo Starwood e Marriott, integrerà il Wi-Fi in cinquanta delle sue strutture nord americane (la lista è disponibile nel comunicato stampa), entro un mese, per poi raggiungere 230 alberghi del suo gruppo nei mesi successivi.
I prezzi ancora da definire in modo definitivo si aggireranno attorno ai 2 dollari per i primi 10 minuti, poi 25 centesimi al minuto, il massimo di spesa per 24 ore sarà di 10 dollari.
In Gran Bretagna una quarantina di alberghi Hilton offrono già questo servizio, appoggiandosi a British Telecom.
Hilton segnalerà visivamente le aree coperte dal Wi-Fi nei vari hotel