Il rivenditore Mac@Work, che è anche tra i nostri sponsor ricorrenti, un anno fa apriva il nuovo store a Milano, dedicandolo interamente ad Apple. Oggi chiude il bilancio di un anno di vendite, consulenze e assistenze più che soddisfacente.
I competenti e appassionati ragazzi di via Carducci, in questo 2003 ormai in via di conclusione, hanno venduto circa 550 computer di Apple: “l’anno dei portatili” è stato più che mai confermato, di tutte le CPU vendute dal rivenditore milanese, ben 390 sono stati laptop.
Il vincitore assoluto con poco meno di 100 pezzi è stato l’iBook da 12″ Combo: in versione mix, dato che è passato dal processore G3 @ 800/900 MHz al G4 @ 800 MHz verso l’ultima parte dell’anno, impennando ancora di più le già ottime vendite.
Il modello singolo che ha racimolato i maggiori successi è stato il PowerBook G4 @ 867 da 12″ Combo, con poco meno di 40 pezzi.
Apprezzatissimi gli schermi di piccole dimensioni: i 12″ tra iBook e PowerBook hanno totalizzato oltre 150 modelli venduti.
Gli iPod sono stati venduti al ritmo di un modello ogni tre giorni, totalizzando 115 lettori MP3 con circa il 50% rappresentato dai modelli 15/20 GB e il resto diviso tra il modello da 10 GB e quelli da 30/40 GB.
Un dato parzialmente significativo è la vendita di schede AirPort e AirPort Extreme (visto che alcuni modelli integrano il sistema Wi-Fi fin dalla fabbrica) ma comunque ha raggiunto un totale di 150 pezzi, il numero delle basi AirPort Extreme vendute ha raggiunto il centinaio di pezzi; lo stesso dicasi (con le medesime premesse delle schede AirPort) per gli adattatori Bluetooth di terze parti.
Mediocre successo la iSight, con 33 pezzi venduti.
Non solo Apple, anche accessori, tra i più rilevanti la RAM e nuovi hard disk: sono state installate memorie aggiuntive per un totale di 240 GB, tra i vari modelli e tipi, con prevalenza dei tagli grossi come i 512 MB e 1 GB. Sono stati sostituiti hard disk interni ed acquistati esterni per un totale di 20 TB (20.000 GB).
Risultati ottimi e premiata la competenza e dedizione, anche se non si tratta di numeri da grande distribuzione.
Sarà quindi vero che margini risicati, dedizione ad una sola marca (oltrettutto con solo il 4% del mercato, secondo gli ottimisti), lotta quotidiana per avere le forniture che faticano ad arrivare, etc. sia proprio tutto tempo perso e con risultati poco interessanti?
Ci mancheranno gli AppleStore sul territorio italiano ma se ci sono esempi come questi…