Emi dice no alla fusione con Warner

Non ci sarà  la fusione tra Emi e Warner. La casa discografica britannica ha infatti respinto l’offerta avanzata dalla concorrente per l’acquisto delle azioni e dell’intera library discografica. Le ragioni per cui Emi ha declinato la proposta sono essenzialmente due: il prezzo offerto, ritenuto non adeguato (4,1 miliardi di dollari) e le incertezze regolamentari cui la nuova realtà  sorta dalla fusione delle due società  sarebbe andata incontro.

A preoccupare Emi, soprattutto, sarebbe stato quest’ultimo aspetto che inerisce le regolamentazioni antitrust in vigore in vari paesi. A sostegno di questi timori non mancherebbero gli esempi, l’ultimo e il più attinente dei quali è la mancata approvazione dell’alleanza tra Sony e Bertelsmann, respinta da un tribunale europeo.

Emi giudica tropo rischioso intraprendere una strada dall’esito incerto in un momento critico per le proprie strategie. La casa discografica britannica è alle prese, forse più di altre concorrenti, con un mercato debole e in una fase di tumultuoso cambiamento che la sta costringendo a modificare l’approccio tenuto fino a ieri.

Il tramonto della fusione tra Warner ed Emi potrebbe riportare alla ribalta la discussione sulla necessità  di eliminare i sistemi di Drm. Emi è sempre stata la casa discografica più aperta a questa ipotesi. A dimostrarlo le trattative intraprese, anche se poi fallite, con i principali distributori di musica on line. Warner è invece la più ostile, come si è potuto intuire dalle dichiarazioni del suo Ceo Edgar Bronfman a margine della proposta di Steve Jobs. L’acquisto di Emi da parte di Warner era dunque visto come una ostacolo in più nella direzione di musica digitale sprotetta e di libera circolazione.

Offerte Speciali

iPhone 14 Pro Max, nei test due ore in più di batteria rispetto a iPhone 13 Pro Max

iPhone 14 Pro su Amazon costa meno di iPhone 14 Plus

Su Amazon va in sconto l'iPhone 14 Pro nella versione da 256 GB. Solo 1099 euro, meno del prezzo di un iPhone 14 Plus

Ultimi articoli

Pubblicità