Potrebbe essere giunta alla fine la corsa verso l’alto della velocità di masterizzazione dei CD.
Al momento la maggior parte dei drive di fascia alta arrivano a 48x, alcune case hanno già lanciato versioni a 52x che presto potrebbe essere lo standard in fatto di massime prestazioni, ma molto difficilmente vedremo CD-R da 56x.
A decidere di chiudere la gara per fornire masterizzatori sempre più veloci sarebbero le stesse società che operano nel settore, una scelta dettata da ragioni tecniche, di costi e di opportunità di mercato.
Per consentire la masterizzazione a velocità così alte, spiega un interessante articolo di Extremetech, bisogna ottimizzare le due componenti essenziali del processo di produzione dei dischi: il drive e il disco vergine.
Nel primo caso la tecnologia non sarebbe un problema insormontabile, ma i costi sarebbero più elevati di quelli di un 52x. Nello stesso tempo i vantaggi offerti in fatto di prestazioni non giustificati da un incremento palpabile nella velocità di scrittura di un disco, vantaggi che decrescerebbero ancora quando si trattasse di superare i 56x. Bisogna infatti considerare che la capienza dei CD resta sempre la stessa e se è vero che scrivere un disco a 24x è diverso che scriverlo a 48x, scrivere 400 MB a 48x e 52x non presenta di fatto alcuna differenza. In prospettiva, quindi, non ci sarebbe alcuna ragione di proporre un masterizzatore ad oltre 56x. Il costo per il produttore, che dovrebbe impegnarsi in ricerca e sviluppo, sarebbe superiore, ma non potrebbe essere immesso sul mercato ad un prezzo più alto rispetto ad un 52x o un 56x.
In aggiunta a questo sussiste un problema, di più difficile soluzione, per la produzione dei supporti. Nel corso degli anni società come Verbatim e Memorex sono riuscite ad ovviare alle difficoltà di creare dischi capaci di garantire stabilità e bilanciamento anche a velocità molto elevate, ma superando i 52x o i 56x alcune problemi tornerebbero ad affacciarsi con prepotenza imponendo soluzioni molto più sofisticate per la creazione dei dischi che diverrebbero insopportabilmente costosi a fronte di vantaggi molto relativi, come appena accennato. Se poi qualche cosa dovesse andare storto e un disco presentasse dei difetti una velocità di rotazione, ad esempio, a 60x ne determinerebbe la distruzione che potrebbe avvenire in maniera pericolosa.
Per tutte queste ragioni nessuno dei produttori di media al momento si dice intenzionato a certificare dischi per la masterizzazione a 56x.
Quali, dunque, le prospettive per il mercato dei drive? Al momento il primo traguardo alla portata pare essere l’incremento della scrittura dei CD-RW. Successivamente all’orizzonte la prospettiva è quella di abbattere i tempi di preparazione e di chiusura delle sessioni; una tecnologia denominata Mt. Rainer e studiata a questo scopo potrebbe trasformare il CD-RW nel vero sostituto del floppy disc anche se la sua diffusione in termini ‘popolari’ non è prevista fino al 2004.
Infine il traguardo più importante, ma anche più lontano, potrebbe essere l’incremento della velocità dei masterizzatori DVD. Quando questi avranno raggiunto velocità comparabili con quelle dei CD-R l’ultima ora sarebbe segnata. Ma l’obbiettivo è ancora molto lontano e poiché secondo quanto rilevato il tempo è più importante della capienza (ad un utente comune interessa meno quanto grandi sono i dati che sta scrivendo, di quanto tempo impiega a compiere una certa operazione), ben difficilmente i DVD soppianteranno a breve i CD-R e CD-RW.