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G5, benchmark sotto accusa

Le prestazioni dei G5 sono sotto tiro. I test svolti da Apple che dimostrerebbero la superiorità  dei Mac nei confronti dei PC, infatti, secondo alcuni siti e alcuni esperti sarebbero stati oggetto di una inopportuna “ottimizzazione” per dare alle macchine presentate l’altro ieri un vantaggio che non avrebbero.

Le accuse lanciate dai detrattori delle affermazioni di Cupertino puntano su tre fattori convergenti che sommati potrebbero finire per distorcere l’esito del confronto.

I Dell utilizzati da Verisign, la società  incaricata da Apple per produrre i benchmarks, sono stati testati con Linux, il compiler su cui essi si basavano è GCC, non ottimizzato specificatamente per Intel, ed Apple ha fornito hardware modificato appositamente per le prove e ha chiesto che i sistemi Intel venissero a loro volta modificati in maniera da renderli meno veloci.

Se Apple, sostengono coloro che giudicano i test “taroccati” e non attendibili come fa questo sito, avesse utilizzato configurazioni differenti e più comuni, il risultato non sarebbe stato a favore dei G5, ma dei sistemi Intel.

“Non si tratta di test equi – ha dichiarato a C/Net l’analista di Gartner Martin Reynolds – le macchine Dell sono in grado di produrre prestazioni anche del 30 o 40% superiori a quelle che si ottengono usando la metodologia di Apple”

La società  di Cupertino si è difesa affidando al responsabile del marketing dei prodotti Apple, Greg Joswiak, l’incarico di svolgere le necessarie precisazioni.

Joswiak ha ammesso che, probabilmente, utilizzando un differente compiler e Windows, i dati sarebbero stati differenti, ma ha anche sottolineato che la scelta è stata compiuta per ragioni di equità . Per svolgere un test hardware, ha sostenuto Joswiak, è necessario mettere al pari i compiler e utilizzarne uno ottimizzato per Intel non avrebbe prodotto risultati attendibili. Una posizione condivisa anche da Peter Glaskowsky, direttore dell’autorevole Microprocessor Report, secondo cui “le macchine Intel nei benchmarks di SPEC hanno prestazioni sproporzionate proprio perché Intel ha ottimizzato i suoi compiler per quegli stessi test”

Per quanto riguarda le modifiche apportate alle macchine sottoposte alle prove Joswiack ha detto che queste sono state apportate per presentare una configurazione rappresentativa di quella con cui i G5 verranno messi in vendita; alcune delle modifiche sui sistemi Intel tanto criticate (come la disabilitazione dell’Hyperthreading, ad esempio) determinano un vantaggio per la controparte PC e non uno svantaggio. Lo stesso utilizzo di Linux, ha detto ancora il responsabile del marketing di Apple, è stato attuato perché produce prestazioni migliori rispetto a Windows

Ma al di là  delle controversie sui test di velocità  dell’hardware, critici e sostenitori di Apple paiono comunque concordare che le macchine presentate ieri rappresentano un grande passo avanti per Cupertino e un’arma importante per la riaffermazione sul mercato del marchio della mela.

La prova sarebbe ancora in altri test, più difficilmente discutibili di quelli che cercano, inevitabilemente in maniera ambigua, di mettere a confronto due CPU del tutto differenti come quella Apple e una Intel. Si tratta dei bench con applicazioni d’uso comune come Photoshop, ad esempio.

Lo stesso Reynolds ammette che le prestazioni dei G5 in questo campo appaiono inattaccabili e segnalano una reale superiorità  dei nuovi PowerMac. “Apple ora ha prestazioni competitive con i sistemi Intel. I benchmarks SPEC – dice l’analista di Gartner – non sono più rilevanti. La gente guarda alle prestazioni nel campo multimediale e alla gestione complessiva del software”

Glaskowsky, parlando sempre a C/Net, concorda con questa posizione, ribandendo che difficilmente si può scalfire la posizione di Apple secondo cui con applicazioni chiave i Mac sono ora molto più veloci dei PC. “Hanno in mano un’arma formidabile con Photoshop – dice il direttore di Microprocesor Report – penso che Apple dovrebbe prima di ogni altra cosa utilizzare questo argomento”

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