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Google trova un accordo con l’antitrust USA; Microsoft protesta

Dopo 19 mesi di indagini su diversi fronti, Google ha finalmente stretto un accordo con la Federal Trade Commission, l’organo governativo antitrust USA, a proposito di diverse tematiche e aree di mercato su cui la FTC stava indagando, con alcuni risultati ottenuti da parte del Governo USA nel forzare Google verso alcun concessioni.

Google concederà secondo licenza FRAND (eque, ragionevoli e non discriminatorie) diversi suoi brevetti acquisiti con Motorola; Mountain View inoltre ha accettato di fornire agli inserzionisti una maggiore flessibilità per gestire le loro campagne pubblicitarie con AdWords insieme alle piattaforme dei concorrenti ed ha infine accettato di cessare di rimuovere il contenuto di siti web “verticali”, che si concentrano su categorie come lo shopping o i viaggi, sostituendoli con i propri risultati.

Con l’accordo Google non può che considerarsi soddisfatta, essendo riuscita ad evitare eventuali sanzioni pecuniarie, soprattutto in merito ad un’eventuale accusa di abuso di posizione dominante, su cui la FTC si è espressa chiaramente:

Senza dubbio, Google ha compiuto azioni aggressive per ottenere un vantaggio rispetto ai rivali nella ricerca online. Tuttavia, la missione della FTC è quello di tutelare la concorrenza, e non i singoli concorrenti. Le prove non hanno dimostrato che le azioni di Google in questo settore abbiano soffocato la concorrenza in violazione delle leggi USA.

Non tutti però hanno esultato dopo l’accordo: Dave Heiner, Vice President & Deputy General Counsel di Microsoft, ha scritto un post infuocato sul suo blog in cui accusa la FTC di non aver in alcun modo raggiunto una soluzione ottimale per la competizione e e di non essere riuscita a risolvere i problemi, citando le’evento come una mancata occasione per avanzare un’indagine efficace:

La conclusione complessiva della FTC in questo caso è debole e francamente insolita. Siamo preoccupati che la FTC non sia riuscita ad ottenere un’adeguato sicurezza nemmeno sui pochi temi che Google ha accettato di affrontare

Per fortuna – conclude Heiner – Google è sotto esame anche da parte di altre istituzioni mondiali, fra cui anche la Commissione Europea, e Microsoft spera che oltreoceano la storia abbia un finale differente da quello visto in USA.

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