Si ingrossano le fila di coloro che si oppongono alla fusione tra Compaq e HP. Dopo i dubbi, più o meno espliciti, presentati dagli eredi delle famiglie Hewlett e Packard che rappresentano una buona fetta dell’azionariato di HP, ieri anche l’influente società di analisi finanziaria Prudential Securities, per iniziativa del suo esperto Kimberly Alexy, ha abbracciato le tesi di coloro che restano scettici sull’esito dell’operazione.
La Alexy sostiene che proprio le posizioni di Hewlett sono da considerare con attenzione in vista della comprensione della fattibilità e, soprattutto, lucrosità della fusione. L’analista di Prudential focalizza la sua attenzione in maniera particolare sulla decisione di non separare il settore stampa e imaging (scanner e macchine fotografiche digitali) prima dell’incorporazione di Compaq. Questa divisione, che produce molti utili, diluirebbe ulteriormente il suo impatto sui bilanci una volta “aggiunta” al settore PC acquistato da Compaq, riducendo i profitti complessivi.
In aggiunta la Alexy reputa troppo costosa l’operazione per il valore effettivo che essa produrrà per gli azionisti.
Secondo Prudential il prossimo 19 marzo quando saranno contati i voti pro o contro la fusione è molto probabile che si riscontrerà una bocciatura dell’accordo con il 55% di contrari.
Ricordiamo che, invece, altri osservatori ritengono che la fusione abbia buone probabilità di andare in porto, specie dopo gli annunci positivi riscontrati nell’ultima dichiarazione dei risultati fiscali da parte di HP i cui profitti sono stati superiori al previsto.
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HP e Compaq, nuovi oppositori alla fusione
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