iRadio, il primo servizio di musica in streaming di Apple è sempre più vicino: stando a fonti a conoscenza delle trattative in corso Apple e Universal Music potrebbero siglare il primo accordo già entro la prossima settimana. Ricordiamo che lo sblocco e i progressi delle trattative in corso tra Cupertino e le case discografiche era già stato anticipato all’inizio di aprile: ora The Verge riporta ulteriori dettagli sulle tempistiche e anche sulle condizioni economiche.
Il primo contratto firmato per la iRadio con Universal Music, la più grande e importante delle case discografiche, potrebbe poi essere seguito nel giro di pochi giorni da quello con Warner Music, mentre le trattative sembra saranno più lunghe per Sony e altri publisher, tutti passaggi indispensabili perché Cupertino possa lanciare la iRadio nei prossimi mesi.
Il progresso nelle trattative in corso potrebbe essere dovuto alla volontà di Apple di accettare costi di licenza più elevati: all’inizio del mese infatti era emerso che Cupertino puntava a licenze pari a circa la metà di quelle corrisposte da Pandora, puntando sulle funzioni aggiuntive e su nuovi flussi di ricavi resi possibili con iRadio. Così invece di 6 centesimi per ogni 100 canzoni riprodotte in streaming ora secondo The Verge Apple pagherà circa il doppio di questa cifra, in pratica un costo di licenza simile se non identico a quello versato da Pandora.
Per quanto riguarda le funzioni attese, iRadio sarà integrato in iTunes e permetterà di ascoltare musica in streaming anche gratis con inserzioni pubblicitarie su tutti i computer e i dispositivi mobile della Mela. Per rendere più funzionale il servizio sembra che Cupertino introdurrà la possibilità di mandare indietro l’esecuzione del brano in riproduzione per poterlo riascoltare dall’inizio e un pulsante per acquistare al volo su iTunes il brano in riproduzione. Grazie a queste funzioni più flessibili e on demand, ma soprattutto grazie all’enorme bacino di utenti che da anni utilizzano iTunes e l’ecosistema Apple, si prevede che iRadio si imporrà da subito come concorrente principale per Pandora, Spotify e gli altri servizi di musica in streaming.