Intel annuncia una importante riduzione nei prezzi della propria linea di dischi allo stato solido: X25-M da 80GB costa ora 225 dollari per ordinativi di 1.000 pezzi, un taglio del 60% rispetto al precedente prezzo di 595 dollari. Il modello da 160GB passa dai 945 dollari precedenti agli attuali 440 dollari. Troy Winslow, marketing manager per i prodotti NAND di Intel intervistato da Cnet ha dichiarato che nonostante la sensibile riduzione dei prezzi alla fonte, i consumatori avvertiranno riduzioni decisamente più contenute. A partire dai prezzi originali nell’ordine di 100 dollari in meno per il modello da 80GB e fino a 200 dollari in meno per il 160GB.
Oltre alla riduzione dei prezzi Intel annuncia che i dischi sono ora costruiti con processo costruttivo a 34 nanometri invece della tecnologia precedente a 50 nanometri. Questo permette di aumentare la capacità di immagazzinamento dei dati utilizzando un numero inferiore di chip, ridurre i costi e soprattutto incrementare le prestazioni dei dischi SSD. In particolare Winslow dichiara che gli ingegneri Intel hanno lavorato per migliorare le prestazioni nella scrittura casuale dei dati su disco. Mentre numerosi costruttori indicano tra le prestazioni massime in lettura e scrittura le velocità conseguite nelle operazioni sequenziali, le prestazioni in scrittura casuale sono quelle che più rispecchiano l’utilizzo comune da parte degli utenti, quindi sono un indice più affidabile del comportamento e delle prestazioni delle unità SSD nella vita reale. Winslow ha dichiarato che le nuove versione degli SSD Intel raddoppiano le prestazioni nella scrittura casuale, in alcuni casi raggiungendo incrementi fino a 2,5x rispetto alle unità SSD di prima generazione.
Nuovi SSD Intel sempre a 34 nanometri e con capacità nell’ordine dei 300GB e oltre saranno introdotti solo nella seconda metà del 2010. In conclusione dell’intervista il dirigente Intel ha precisato come i nuovi SSD siano già pronti e ottimizzati per l’utilizzo con l’imminente Windows 7, in particolare per sfruttare il comando Trim integrato nell’ultimo sistema operativo di Microsoft. Quando l’utente comincia a utilizzare gran parte della memoria del disco SSD, anche cancellando file e dati, alcune celle non risultano disponibili per immagazzinare dati. Il comando Trim di Windows 7 è stato introdotto per liberare le celle e renderle così disponibili per nuove operazioni di scrittura, un dettaglio fondamentale per gli SSD che conservano così più a lungo nel tempo funzionalità e prestazioni.