Si chiama HotSpot Amsterdam. E’ un progetto ambizioso, perché come spiegano i suoi organizzatori, fondatori della società che sta “illuminando” con il segnale 802.11b il centro storico e la prima periferia della Venezia dei Paesi Bassi.
Sono sino a questo momento sette gli hot spot attivati nel centro, altri sessanta in tre mesi garantiranno una copertura maggiormente capillare, mentre l’obiettivo è di arrivare a 125 punti di connessione per consentire a cittadini e residenti di utilizzare l’internet in mobilità praticamente ovunque, a casa, al bar, da amici oppure anche a giro per le strade e i canali della città .
Il prezzo delle connessioni, che vengono regolate da un sistema di server e router che comandano gli access point in modo da “tarare” il livello di banda passante per ciascun cliente connesso, è abbastanza contenuto. A parte i 4,95 euro previsti per chi si vuol connettere una sola giornata, per un mese si passa a 14,95 euro, raddoppiati nel caso si desideri passare da 256 a 512 kilobit al secondo di banda.
In questo modo, Amsterdam “studia” per offrire un servizio strutturato sulla falsariga di altre tecnologie che sono allo studio dei ricercatori. Lo standard 802.16, detto anche WiMax, infatti, è pensato per offrire raggi di connettività maggiore e consentire a operatori e utenti di utilizzare con comodità ed efficienza più alta i sistemi senza fili sia in ambito urbano che per connettere ad esempio realtà rurali nelle quali non vi sia la convenienza economica di procedere a un cablaggio capillare.