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L’arresto di Lady Huawei non piace ai cinesi: boicottaggio contro Apple

Guai all’orizzonte – potenzialmente seri – per Apple in Cina. L’arresto a Vancouver di Meng Wanzhou – la direttrice finanziaria di Huawei – su richiesta degli Stati Uniti, ha suscitato il sempre latente spirito nazionalista del popolo asiatico e ora molte aziende cinesi hanno deciso di lanciare una campagna di boicottaggio all’indirizzo di Cupertino.

I termini della questione sono esposito da Nikkei Asia Review, da cuoi si apprende che molte aziende locali starebbero obbligando i dipendenti a comprare prodotti di Huawei. Molte di queste arrivano a offrire incentivi pari al 10% o il 20% del prezzo, alcune offrono persino l’intero ammontare a loro spese. Già venti grandi imprese hanno annunciato sui social che incrementeranno l’acquisto di prodotti Huawei, compresi i suoi sistemi di monitoraggio e integrazione dei processi aziendali.

Le dimostrazioni di sostegno sono ampie e Huawei ha ottenuto l’appoggio di realtà che vanno dai fornitori di tecnologie informatiche alle industrie del settore alimentare. Un funzionario governativo locale ha riferito che sono “migliaia” le aziende che stanno attuando la pratica, dimostrando il loro supporto all’azienda nazionale.

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Un produttore di apparecchiature elettroniche come Shanghai Youluoke Electronic and Technology sovvenziona totalmente fino a due dispositivi Huawei per dipendente, e il produttore di display Shenzhen Yidaheng Technology copre fino al 18% del prezzo per chi compra prodotti Huawei o ZTE. Fuchun Technology, azienda che si occupa di servizi di comunicazione quotata allo Shenzhen Stock Exchange ha annunciato sui social media di volere offrire a ciascuno dei suoi 200 dipendenti che passa ai dispositivi Huawei entro fine 2018, tra i 100 e i 500 yuan (14.5$ e 72.5$). Un produttore di birra nella provincia di Henan (nella parte centrale della nazione), ha previsto per dipendenti e clienti che mostrano la ricevuta di acquisto di un dispositivo Huawei, degustazioni gratis pari al 30% di quanto speso.

Altre aziende ancora hanno deciso di boicottare Apple. Un produttore di macchinari di Shenzhen, dove ha sede il quartier generale di Huawei, ha minacciato la confisca dei dispositivi Apple dei dipendenti che non si adeguano al nuovo corso. Menpad, altra azienda con sede a Shenzhen, ha fatto sapere che punirà i dipendenti che acquistano prodotti Apple. L’azienda Shenzhen Yidaheng Technology ha previsto sanzioni per i dipendenti che comprano iPhone, con multe equivalenti al costo del dispositivo; altre aziende ancora hanno minacciato di non erogare bonus.

Come dicevamo in apertura il segnale è preoccupante per Apple. Anche se per ora non c’è stata alcuna presa di posizione specifica da parte del governo, queste operazioni non sono mai disapprovate dai vertici del partito. Anzi in molti casi dietro le quinte ci sono proprio influenti figure che usano questo strumento per difendere gli interessi economici del paese e quando questo accade è possibile che arrivino risultati e che le aziende colpite finiscano nei guai. Questo modo di agire non è nuovo: aziende sud-coreane come Hyundai Motor e Lotte lo scorso anno sono state boicottate in conseguenza della installazione del sistema missilistico Thaad, che la Corea del Sud aveva cominciato a installare in collaborazione con gli Stati Uniti. L’80 per cento dei supermercati Lotte sul suolo cinese – 79 su 99 – ha chiuso i battenti nel solo mese di marzo, alcuni dopo un’ispezione improvvisa di funzionari locali che hanno trovato qualche tipo di irregolarità; Hyundai aveva perso il 64% delle vendite. In conseguenza dell’azione di protesta la Corea del Sud ha perso lo 0,4% del Pil e la vicenda ha portato il paese a presentare una denuncia all’Organizzazione mondiale del commercio. La vicenda si è normalizzato solo dopo che i due presidenti di Cina e Sud Corea si sono incontrati per normalizzare la situazione.

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