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Le preoccupazioni di Apple per la privacy hanno rallentato lo sviluppo di Siri?

Ex dipendenti Apple che hanno lavorato nel team che sviluppa Siri, affermano che l’assistente virtuale fatica a mettersi al passo con i concorrenti per l’assenza di obiettivi ambiziosi da parte della Mela derivanti da preoccupazioni generali in materia di privacy.

Lo riferisce il Wall Street Journal, a sua volta citato da MacRumors, spiegando che – al contrario di Amazon e Google, che fanno leva e sfruttano dati nel dispositivo per carpire informazioni e migliorare le possibili query – la cultura aziendale di Apple spinge gli sviluppatori interni a dare priorità alla privacy degli utenti “rendendo difficile personalizzare e migliorare” Siri. Altre difficoltà che avrebbero rallentato le potenzialità di Siri sono state causate dalla partenza di elementi chiave che in precedenza si occupavano dell’assistente, molti dei quali sono andati a lavorare per i competitor.

“Un anno dopo la morte di Jobs, Apple ha assunto Bill Stasior, dirigente di Amazon responsabile delle ricerche, chiamato a supervisionare Siri. Stasior ha studiato Intelligenza Artificiale al Massachusetts Institute of Technology ma le sue competenze riguardavano il settore delle ricerche piuttosto che il parlato o il linguaggio. Membri de lteam di sviluppo Siri avrebbero avuto l’impressione che Stasior non aveva apprezzato il lavoro che era stato fatto, portando all’espansione del sistema oltre all’iPhone, alle app di terze parti”.

Ex membri dello staff Siri, hanno parlato di questo sentimento come la ragione principale per la fuoriuscita dei co-fondatori di Siri, Adam Cheyer e Dag Kittlaus, che hanno poi fondato Viv, acquistata in seguito da Samsung e il cui team sta ora lavorando allo sviluppo dell’assistente Bixby. Lo scorso anno Apple ha iniziato ad aprire Siri alle terze parti ma molti  ingegneri che in passato si occupavano di Siri ritengono che quanto fatto non sia ancora abbastanza e spiegano che gli sviluppatori non sono ancora soddisfatti dall’assenza di apertura dietro le quinte.

“Il limitato ambito di applicazione dei comandi Siri ha deluso molti sviluppatori” afferma lo sviluppatore Brian Roemmele che si aspettava annunci specifici; “Le persone sono passate dagli esseri felici ed entusiasti al fermare i lavori realizzando l’impossibilità di usarlo”.

Stando a quanto riportato nell’articolo del Wall Street Journal, le prime avvisaglie che Apple stava rimanendo indietro rispetto ai rivali, si compresero con la presenza di membri del team Siri a un evento Amazon del 2014. “Il prodotto di Apple dopo anni era in grado di gestire appuntamenti, messaggi e pochi altri semplici compiti”; “le prospettive cambiarono quando il team guardò il filmato di Amazon che mostrava un piccolo speaker controllabile con la voce in grado di riprodurre musica, ordinare prodotti e cercare sul web. Amazon era riuscita a isolare le voci dai rumori di sottofondo e creare un assistente digitale in grado di rispondere a distanza alle richieste, possibilità che Siri, non era ancora in grado di padroneggiare”. “Il livello di ansietà in Apple salì un po’” ha spiegato ancora un ex membro del team di sviluppo Siri che aveva visto l’evento di presentazione Amazon.

Le performance di Siri non sono in grado di competere con quanto offerto dall’Echo di Amazon o Google Home per implicite limitazioni imposte da Apple. In un test con 5000 diverse domande, Siri è stato in grado di rispondere correttamente nel 62% dei casi, rimanendo indietro rispetto al 90% delle risposte ottenute con Google Assistant e Alexa di Amazon.

Resta da capire cosa vorrà fare in futuro Apple, sfruttando ad esempio funzionalità di intelligenza artificiale (direzione nella quale sembra da qualche tempo interessata) o tracciare per Siri funzionalità ben definite. Da ribadire che Siri funziona ad ogni modo in 21 lingue diverse, mentre altri assistenti supportano solo inglese e tedesco.

Tra le novità di iOS 11 annunciate da Apple nell’ultima Worldwide Developers Conference (WWDC), alcune riguardano Siri. La Casa di Cupertino ha spiegato che Siri è “ancora più intelligente” e mette a disposizione una nuova voce. Grazie ai più recenti sviluppi nell’apprendimento automatico e nell’intelligenza artificiale, le nuove voci maschili e femminili sono più naturali ed espressive, regolano intonazione, tono, accento e ritmo mentre parlano e possono tradurre parole e frasi inglesi in cinese, francese, italiano, spagnolo o tedesco. Apple spiega che Siri non ha ottimizzato solo la voce: utilizza infatti le capacità di apprendimento on-device per offrire esperienze ancora più personali in base all’utilizzo di Safari, News, Mail, Messaggi e non solo. Per esempio, man mano che “impara” gli argomenti o i luoghi preferiti degli utenti quando navigano in Safari, li suggerirà quando scrivono in Mail, Messaggi e altre app.

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