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MacBook Air: le prime impressioni d’uso

There’s something in the Air.
Sì, c’è qualcosa nell’aria: il nuovo MacBook Air.

Il portatile si colloca tra il MacBook “normale” e il Pro ma è un prodotto ben diverso dai cugini: rappresenta la forte spinta acceletrice di Apple per il wireless.
Infatti, tutta la connettività  è pensata unicamente in chiave wireless (manca appunto una porta ethernet), non solo, anche l’installazione di programmi da supporto ottico avviene in modalità  remota!

Il portatile è, come al solito, magnifico a vedersi.
Sottile come nessun altro, è sbucato da una busta per lettere durante il keynote, lasciando esterrefatta l’intera platea del keynote.
Le specifiche parlano di uno spessore variabile da 0,4 cm a 1,94 cm. In realtà , la parte più sottile è il bordo, ma il case è stato progettato per accentuare l’effetto leggerezza e sottigliezza, ben mascherando il “rigonfiamento” fino a quasi 2 cm che si percepisce solo in determinate visuali. Prendendo in mano il MacBook Air ci si accorge di quanto il nome sia azzeccato: i suoi 1,36 Kg lo rendono il portatile per eccellenza e la sensazione di leggerezza è totale; si può prendere il portatile con una mano sola, spostarlo e maneggiarlo con facilità .
A prima vista il MacBook Air potrebbe sembrare fragile, ma appena lo si vede da vicino o lo si tiene tra le mani ci si rende conto quanto sia il rivestimento in alluminio, sia il fattore di forma contribuiscano a fornire una sensazione di maggiore robustezza.

Il monitor è identico a quello del MacBook, e anche la tastiera ne riprende le fattezze, sembrando però ulteriormente più sottile e, soprattutto, diventa retroilluminata come nei portatili professionali.
L’hard disk è quello degli iPod Classic, da 1,8″ con capacità  da 80 GB, su interfaccia Parallel ATA ma è disponibile, con un discreto sovrapprezzo, un’unità  di memoria a stato solido da 64 GB.

Ma un’altra grande novità  si cela (non troppo, a dir la verità ) tra le specifiche: la trackpad si ingrandisce e acquisisce funzionalità  multitouch, permettendo di introdurre per la prima volta su un portatile le ormai famose “gestures” di iPhone e iPod Touch.
Per evidenti motivi ergonomici, le gesture vengono pertanto compiute sul trackpad e non sul monitor, e la loro implementazione riguarda l’intero sistema, dall’ingrandire la dimensione di una foto in iPhoto, al ruotare le immagini in Anteprima, allo scorrere i documenti in Cover Flow. Un modo intelligente per sfruttare una rivoluzionaria interfaccia.

Ma non è tutto oro ciò che luccica e anche il MacBook Air ha qualche nota negativa: le porte di connessione sono ridotte a 1 USB 2.0, un’uscita audio e un’uscita mini-DVI. Spariscono l’interfaccia ethernet via cavo, sebbene sia disponibile un adattatore USB-ethernet, al fine di spingere la connettività  wireless che contraddistingue il computer e l’interfaccia Firewire; il MacBook Air è il primo Mac dopo tanti anni a non esserne dotato. Non si tratta di un abbandono, quanto la necessità  di realizzare un computer minimale con pochi consumi, interni ed esterni. La configurazione hardware è studiata per privilegiare una categoria di utenti che non fanno dell’editing video la loro priorità  in viaggio.
La batteria è in stile-iPod, ovvero non estraibile: sostituirla costerà  129 $. Si tratta di una piccola scomodità  che dovrà  essere compensata da una vita effettiva della batteria superiore a quelle attuali, mentre la durata di 5 ore è già  un buon risultato, considerando che è stata calcolata con tutte le connessioni wireless attive.

Ad una prima impressione il calore emesso non sembra superiore a quello di un MacBook Pro recente ma ci riserviamo di provarlo nelle prossime ore magari alla fine di una giornata di intenso lavoro “demo” all’Expo.

Per la prima volta Apple e Steve Jobs sottolineano l’aspetto “ambientalista” del prodotto che non presenta materie nocive, neppure in basse percentuali. Anche l’imballaggio, molto più piccolo degli altri portatili, è quasi interamente riciclabile.

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