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Un aggiornamento “minore” di 3,5GB: cos’è cambiato veramente in macOS Mojave 10.14.1

Dovevano essere poche cose: la prima, grande release di Mojave dello scorso 30 ottobre, pubblicata in contemporanea con il keynote di Brooklyn che ha annunciato nuovi MacBook Air e nuovi iPad, sono arrivate infatti sia FaceTime 5.0 che supporta le conversazioni di gruppo, 70 nuovi emoji e poi, come cose minori, un certo numero di correzioni di bug nonché di vulnerabilità rimosse.

Ma di cosa parliamo? Perché, se si va a vedere, l’aggiornamento pesa sino a 3,5 GB in fase di download e a 7 GB una volta installato. Cosa viene cambiato? Si comincia dal firmware dei vari Mac, che cambia, stabilendo così che l’aggiornamento va a scavare più in profondità di quanto non inizialmente immaginato. Ma nella categoria delle “altre cose minori”, cosa rientra in realtà?

Cosa è cambiato veramente nell’aggiornamento di macOS Mojave 10.14.11?

Se lo è chiesto a lungo Howard Oakley, programmatore ed esperto di sicurezza, amante del Mac. Così, ha aperto la “pancia” di macOS, sia l’aggiornamento che tutto il sistema operativo prima e dopo l’aggiornamento, per vedere cosa cambia. Ci sono infatti molti pezzi di sistema operativo che sono in codice binario (non si possono “leggere” né si può vedere il codice sorgente) ma non per questo non possono essere analizzati sulla base dei vari attributi, a partire dall’ordine dei bit o dalla loro data di creazione e modifica.

Apple utilizza da anni una funzionalità evoluta per gli aggiornamenti, che non cambia più intere applicazioni e pezzi di sistema operativo ma si preoccupa di toccare solo le cose da variare: il delta rispetto allo stato iniziale e a quello finale. Per questo un aggiornamento bello grosso come questo, ha ragionato il blogger, deve avere molto più che non solo una nuova versione di FaceTime e un tot di emoji. Considerando anche che il numero di versione di FaceTime non cambia: rimane 5.0.

Cosa è cambiato veramente nell’aggiornamento di macOS Mojave 10.14.11?

E questo “trucco” di cambiare i pezzi del sistema operativo senza però cambiarne il numero di versione, presente sia nel nome che nei metadati delle varie applicazioni e file, oltre che in una ampia serie di punti del sistema operativo, appare piuttosto spiazzante. Perché non fa capire a prima vista se effettivamente la fila di bit che compongono i vari eseguibili sia sempre la stessa. Ma a una analisi più approfondita, ecco che salta fuori la verità.

Con l’aggiornamento a macOS Mojave 10.14.1 cambiano un inferno di app. Le più importanti delle quali sono le seguenti:

  • App Store (sempre alla versione 3.0)
  • Automator (sempre alla versione 2.9)
  • Books (sempre alla versione 1.16)
  • Calendar (sempre alla versione 11.0)
  • Contacts (sempre alla versione 12.0)
  • Dictionary (sempre alla versione 2.3.0)
  • FaceTime (adesso supporta FaceTime di gruppo, ma è sempre alla versione 5.0)
  • iTunes (sempre alla versione 12.9)
  • Mail (adesso alla versione 12.1, ma non ci sono informazioni su cosa sia cambiato)
  • Maps (sempre alla versione 2.1)
  • Messages (sempre alla versione 12.0)
  • News (sempre alla versione 4.0)
  • Photos (sempre alla versione 4.0)
  • Preview (sempre alla versione 10.1)
  • Safari (adesso alla versione 12.0.1 con numerosi problemi di sicurezza risolti ma senza altre informazioni di quali cambiamenti siano stati effettuati)
  • Siri (sempre alla versione 1.0)
  • TextEdit (sempre alla versione 1.14)
  • Time Machine (sempre alla versione 1.3)
  • Activity Monitor (sempre alla versione 10.14)
  • Console (sempre alla versione 1.1)
  • Disk Utility (sempre alla versione 18.0)
  • Keychain Access (sempre alla versione 10.5)
  • Script Editor (sempre alla versione 2.11)

Il caso di Mail (che indica il cambiamento di versione ma non risulta dalle scarne note di rilascio) è un altro esempio, completamente opposto, di come invece alcune cose vengano esplicitamente cambiate anche se poi non viene comunicata alcuna informazione sul tipo di cambiamento. Safari viene infine cambiato ma le informazioni sono alquanto limitate.

Ci sono altri cambiamenti sotto il cofano, cioè in quelle parti “interne” di macOS che non interessano se non gli sviluppatori (anzi, per loro sono abbastanza critiche). Parliamo di due linguaggi, Perl e Ruby. Abbiamo infatti adesso Perl 5.18 e Ruby Gems 2.3.0. Inoltre ci sono stati miglioramenti notevoli per SSH, il sistema di connessione sicura, e Marzipan, il framework che serve a portare app di iOS nell’ambiente macOS (e viceversa).

Cosa è cambiato veramente nell’aggiornamento di macOS Mojave 10.14.11?

Altra area, questa volta di interesse per pochissimi esperti di kernel e parti veramente interne del sistema operativo, sono gli strumenti presenti dentro /System/Library/CoreServices. Qui è stato cambiato di tutto, da MRT a XProtect (che però sembrerebbe essere stato rimpiazzato con una nuova copia identica alla precedente), e poi sono state cambiate molte estensioni del kernel (i Kext) anche se questa pratica sembra essere diventata la norma con gli aggiornamenti minori di macOS.

Infine, c’è un nuovo kernel e sono stati rimpiazzati molti dei framework privati e pubblici. Inoltre, è stata aggiornata la versione di APFS, il file system di Apple. Cioè è stata aggiornata la parte software che permette di capire l’organizzazione dei dati sul drive (non è stato certo riformattato il drive). Si passa dalla versione 945.200.129 in 10.14 alla versione 945.220.38 di 10.14.1. Ancora una volta, Apple neanche fa menzione di questi cambiamenti. Ma rendono bene la complessità degli aggiornamento del sistema operativo.

Ah, e poi sono stati aggiunti 70 nuovi emoji cambiando l’Apple Color Emoji Font, che è il modo con il quale si gestiscono gli emoji.

Tra le pagine di Macitynet trovate un completo e costantemente aggiornato articolo che raccoglie tutte le novità di macOS Mojave. Ci sono poi approfondimenti relativi alle dieci novità più importanti, dieci funzioni meno conosciute (ma utilissime), l’elenco dei Mac compatibili e la guida all’installazione.

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