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MacPro, ecco i primi test

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In rete sono comparsi tra gli ultimi giorni del fine settimana e il week end i primi test di velocità  dei nuovi MacPro. I risultati, prevedibilmente, dimostrano come le macchine professionali sono sensibilmente più rapide dei vecchi G5 “Quad” basati su PowerPC quando si tratta di applicazioni Universal Binary, mentre perdono terreno quando si devono utilizzare programmi non ancora compatibili in maniera nativa con i processori Intel. Ma a sorpresa i programmi solo per PowerPc, quando non devono essere usati in maniera intensiva, risultano utilizzabili anche per il pubblico professionale.

A queste conclusioni arriva la più approfondita serie di test, pubblicata da Ars Technica che prende in esame diversi aspetti delle macchine, dalle specifiche dei processori, al design (interno ed esterno), all’architettura (con diverse foto delle varie componenti interne). Nell’articolo vengono illustrate chiaramente, anche se sinteticamente, le caratteristiche delle memorie full buffered e data qualche informazioni anche sul lancio di Windows XP usando Boot Camp (il software di virtualizzazione di Parallels non funziona sulle nuove macchine). La parte centrale e di maggior intesse nel contesto di una valutazione d’acquisto è comunque quella inerente i benchmarks svolti sia con applicazioni Universal Binary che applicazioni non native per i nuovi processori.

Il MacPro (un quad core da 2,66 GH) messo a confronto con un PowerMac dual da 2.5 Ghz è significativamente più veloce nel ripping di un Cd, più veloce, anche se non in maniera così pronunciata, nell’encoding di un filmato QuickTime. Ottime anche le prestazioni medie rilevate con Xbench 1.2. Uno dei test più interessanti è quello svolto usando le proprietà  di Rosetta, ovvero il sistema di tradizione automatica delle applicazioni PowerPc in codice comprensibile ai chip Intel. Utilizzato per far girare Office il MacPro si dimostra concretamente più lento del PowerMac, anche se la velocità , dice Ars Tecnica, è comunque adeguata ad un uso quotidiano. Quando si usa Photoshop i risultati sono variabili. Anche se, infatti, il PowerMac appare mediamente più veloce (i benchmarks in CS2 vengono completati in 99,4 secondi contro i 127,4 secondi del MacPro), la macchina sembra essere adeguata, come accennato in apertura, ad un uso non troppo intensivo della suite di Adobe. In particolare potrebbe non deludere troppo anche in attesa di una versione ottimizzata di Photoshop chi ha a disposizione un vecchio PowerMac, ad esempio uno dei primi modelli a singolo processore. In questo caso non è detto che non riesca ad essere addirittura più veloce.

Risultati simili a quelli rilevati da Ars Tecnica si possono trovare anche nella serie di bench tracciati da Maccentral. In questo caso il vantaggio del MacPro va dal 10 al 45% (a seconda dei task), ma la macchina con cui viene fatto il raffronto è un “Quad core” con PPC da 2,7 Ghz. La Adobe Photoshop CS2 Suite vede uno scarto considerevole a favore del PowerMac che completa il test in 45 secondo contro gli 85 secondi del MacPro. La nuova macchina comunque vince in cinque dei sette test eseguiti, compreso lo Speedmark 4.5, il set di prove che costituisce il riferimento normalmente usato da Macworld per valutare le prestazioni di una macchina.

Di un certo interesse, infine, la serie di prove svolte da Bare Feats. Il sito, specializzato sull’argomento, quantifica percentualmente la differenza di prestazioni tra il MacPro e un PowerMac “Quad” da 2.5 Ghz. In Photoshop CS2 (operazioni in grado di sfruttare i multiprocessore), il PowerMac è più veloce del 20%, in After Effects (NightFlight Render) il vecchio computer con processore PowerPc è più veloce del 5%, in FinalCut Pro (Render HD Import) i due Mac si equivalgono. In tutti gli altri test il MacPro è più veloce con margini che vanno dal 16% (CPU Render di Cinebench 9.5) fino al 62% (12 actions di Filemaker 8.5)

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