Microsoft ha infranto le norme antitrust coreane. La sentenza, pronunciata da una apposita commissione, è giunta nel corso di ieri, corredata dalla pena: una multa di 33 miliardi di Won, circa 30 milioni di euro.
Le autorità coreane, le cui indagini sono partite in seguito a diversi espostiu, tra cui quello di un attuale alleato di Redmond, Real Networks, sono state anche più severe di quelle europee. Come l’UE la Corea chiede due versioni separate di Windows, una priva di Media Player e di Instant Messenger, ma anche che la versione con i sofware multimediali includa link a prodotti della concorrenza e che Microsoft spedisca a tutti i clienti già in possesso di Windows, un CD che contiene software sostitutivo. Infine le autorità del paese asiatico imporranno a Microsoft di rilasciare una versione del software server privo dei servizi Windows Media.
Microsoft, che ha definito la sentenza come una cattiva notizia per i consumatori e per l’innovazione, ha 180 giorni per adempiere alle richieste. Prima di allora gli avvocati della società di Bill Gates potranno appellarsi alla sentenza, chiedendone la sospensione, e percorrere tutti i gradi del giudizio fino ala corte suprema, un iter che potrebbe richiedere anche 10 anni.
Tra le ipotesi alternative allo studio di Microsoft, secondo alcuni osservatori, ci potrebbe essere il ritiro dal mercato coreano, una decisione non del tutto impensabile visto il livello della pirateria di Windows che abbatte il livello delle vendite. Ma il fatto che la Corea è l’undicesima nazione del mondo per prodotto lordo e una superpotenza nel campo tecnologico renderebbero ogni decisione in merito molto difficile.
