I problemi affliggono da mesi la produzione dei chip da 0,13 micron di Nvidia non sono colpa di TSMC, la società taiwanese dai cui stabilimenti esce il chip, ma di Nvidia stessa che ha presentato un progetto che aveva al suo interno alcuni ‘bug’. Questa la tesi che sostiene l’analista di Pacific Securities Michael McConnell, intervistato dall’autorevole Semiconductor Business News.
Secondo McConnell sarebbe stata la stessa Nvidia ad ammettere che le responsabilità non sono nelle metodologie tecniche con cui viene prodotto il processore. In una comunicazione ai suoi partner commerciali avrebbe infatti fatto sapere di avere operato alcune modifiche al design del chip così che i chip della serie NV31 e NV35, entro fine agosto, avranno un ciclo di produzione normale.
La notizia secondo cui i processori di Nvida con tecnologia 0,13 micron, i primi processori per il 3D con questo livello di miniaturizzazione, avevano diversi problemi di produzione si era diffusa immediatamente dopo la presentazione dell’NV30. Ritardi nel rilascio e scarse prestazioni erano i sintomi più evidenti. Successivamente la stessa Nvidia aveva confermato che non tutto filava liscio nella produzione del chip e che neppure la presentazione dell’NV31 e NV35, fondati sulla stessa architettura, aveva modificato la situazione. Il sospetto era che le colpe fossero di TSMC i cui stabilimenti parevano non avere il sufficiente livello di sofisticazione per andare incontro ai problemi proposti da una simile tecnologia.
La scelta di affidarsi ad un altro partner tecnologico come IBM, annunciata da Nvidia, pareva confermare questa tesi.
Invece ecco ora la smentita che suona stridente con la fama di innovatività unita a prestazioni elevate che ha avuto in questi ultimi anni Nvidia specie perché la concorrente ATI, passata anch’essa da qualche mese agli 0,13 micron, non pare avere avuto le stesse difficoltà di Nvidia.