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Domanda iPhone debole in Cina, Morgan Stanley riduce le previsioni su Apple

Nelle ultime settimane alcune delle principali società di analisi e analisti che seguono il business di Cupertino hanno rivisto verso il basso le previsioni su Apple, in vista di una domanda iPhone più debole di quanto inizialmente atteso, ora è la volta anche di Morgan Stanley.

Il nuovo report della banca d’affari riduce anche la quotazione del titolo AAPL prevista entro i prossimi 12 mesi, in precedenza indicata a 253 dollari, ora invece ridotta a 236 dollari, valore ancora superiore rispetto alle media di Wall Street pari a circa 212 dollari.
Domanda iPhone debole in Cina, Morgan Stanley riduce le previsioni su AppleRicordiamo che all’inizio di novembre il titolo AAPL era quotato a 209,95 dollari, prima di una lunga serie di quotazioni al ribasso che nel giro di 30 giorni hanno ridotto lil valore del 24%: mentre scriviamo AAPL vale circa 171 dollari sulle borse USA.

Nelle previsioni su Apple Morgan Stanley indica anche la ragione del downgrade: nel fondamentale mercato cinese si prevede una domanda iPhone più debole nei prossimi mesi, questo perché si sono allungati i tempi di sostituzione degli smartphone. Come già successo negli Stati Uniti e anche negli altri mercati maturi, ora anche in Cina gli utenti preferiscono prolungare la vita utile dei terminali che utilizzano, posticipando l’acquisto di nuovi smartphone.

Nel nome di iPhone XR e XS, le lettere R e S ispirate alle auto sportive. Parola di Phil SchillerQuesta tendenza finora osservata nei paesi più avanzati in America e in Europa, ora si verificherebbe anche in Cina, soprattutto per gli smartphone di fascia alta. Contribuiscono a questa previsione i numerosi report emersi nelle scorse settimane da parte di diversi fornitori di Apple con fatturati inferiori al previsto, revisioni al ribasso sui fatturati attesi per il trimestre in corso e quelli successivi, così come le notizie di tagli di personale.

Va comunque notato che non tutti i fornitori Apple sembrano ugualmente colpiti, come per esempio avviene per Samsung e TSMC, anche se in quest’ultimo caso sembra che il costruttore di processori sia riuscito a compensare il calo di ordinativi di Cupertino grazie alle commesse di diversi altri marchi per chip a 7 nanometri.

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