La Comunità Europea sta valutando la possibilità di mettere sotto esame i software per la riproduzione audio e per lo scambio di files on line. L’iniziativa, però, non ha nulla a che vedere con la loro legittimità come accade ed è accaduto negli USA. La preoccupazione della EU non deriva dal fatto che si possano utilizzare per diffondere musica coperta da copyright, ma dal pericolo che essi potenzialmente pongono alla privacy.
L’Unione avrebbe raccolto uno studio piuttosto imponente che dimostrerebbe che le applicazioni audio sono quelle più a rischio in questo settore. In molti casi esse raccolgono dati direttamente presso il computer degli utenti e li spediscono alle case produttrici.
E’ il caso di Windows Media Player ma anche di RealAudio; quest’ultimo ha un accordo con Gracenote che tiene traccia dei titoli letti nei computer e compila statistiche.
Altri software per il mondo PC si spingono anche più avanti, installando i cosiddetti spyware, applicazioni che vengono utilizzate per i compiti più disparati, ma essenzialmente per fornire alle società che si mantengono con la pubblicità su Internet una modo più sofisticato e produttivo di controllare i gusti degli utenti.
RealNetworks ha già replicato alle preoccupazioni della EU, sostenendo che l’accesso a Gracenote viene disabilitato o abilitato a discrezione dell’utente e che quindi non esiste un pericolo per la privacy.
Ricordiamo che la scorsa settimana l’Unione ha confermato di avere messo sotto esame Passport di Microsoft, sempre per problemi legati alla tutela della privacy. La EU starebbe studiando anche altri elementi software che possono imporre rischi alla privacy. Tra questi i cookies e gli script.