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Recensione HomTom HT10, lo smartphone che si sblocca con lo sguardo

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Certamente diverso dagli altri HomTom HT10, uno smartphone che la nostra redazione ha avuto modo di maneggiare in queste ultime settimane, sostituendolo completamente allo smartphone principale per una intera settimana, usandolo così per messaggi, telefonate, email, navigazione Internet e tutte quelle operazioni che quotidianamente ci troviamo a svolgere dal telefono.

Di particolare troviamo in prima linea il sensore per la scansione dell’iride, una componente attualmente offerta da pochissimi dispositivi tra cui il celebre Galaxy Note 7 che tuttavia, per i gravi problemi alla batteria, è stato ritirato dal mercato.

Non lo abbiamo apprezzato soltanto per questa funzione, che garantisce uno sblocco rapido e preciso anche al buio: di fatto, per i 250 dollari per cui è proposto, si classifica senza ombra di dubbio tra i migliori smartphone di questa fascia di prezzo, con prestazioni in generale di poco al di sotto del sopracitato Galaxy Note 7.

recensione HomTom HT10

Unboxing

Va certamente menzionata innanzitutto la confezione di vendita, del tutto apprezzabile specialmente in vista di un regalo. In robusto cartone è rivestita esternamente da una copertura in simil-pelle, mentre all’interno smartphone, caricatore e cavo sono alloggiati rispettivamente in tre scompartimenti in un rivestimento vellutato.

Salta all’occhio il piccolo cordoncino visibile sul bordo inferiore che, tirandolo, rivela un cassetto incassato nella scatola, dove al suo interno trovano posto una cover a libro ed il manuale delle istruzioni.

Gli accessori

Il telefono monta già una pellicola protettiva per lo schermo mentre, come accennavamo in precedenza, può essere ulteriormente protetto adottando la particolare cover inclusa nella confezione.

Si tratta, nello specifico, di una back cover in plastica al quale è collegata la copertina per il display. E’ molto piacevole al tatto, per via della finitura gommata che va in contrasto con la skin che richiama le venature del legno.
E’ davvero ben realizzata e rifinita nei minimi particolari, con un foro frontale per garantire il corretto accesso allo speaker durante le telefonate, che possono così essere gestite anche con la copertina chiusa, oltre a lasciare le dovute aperture alla fotocamera posteriore insieme a flashLED e foro per il microfono. Va notato che non offre però alcuna protezione ai bordi.

Nella scatola troviamo anche il cavo microUSB per la ricarica e la sincronizzazione dei dati con un computer, oltre ad un alimentatore con spina italiana ed uscita USB da 2A.

recensione HomTom HT10

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Com’è fatto

La prima cosa che si nota quando lo si estrae dalla scatola è che è molto pesante: ben 204 grammi, contro i 172 grammi di iPhone 6 Plus al quale siamo normalmente abituati. Il peso, che si fa ben sentire quando lo infiliamo nella tasca laterale dei pantaloni, è giustificato dalla costruzione del dispositivo, con una cornice in alluminio spazzolato e dal taglio che ricorda la lavorazione di quella di iPhone 5/5s, oltre alla batteria più capiente, da ben 3.200 mAh.

La superficie frontale è completamente in vetro: di plastica, in pratica, ci sono solo le coperture per le antenne e la cover posteriore, oltre allo scheletro interno dove troviamo, a vista, lo slot per la batteria e gli ingressi per scheda SIM e microSD.

La presa è molto buona, non si sente l’esigenza di accompagnarlo ad una custodia in silicone come siamo normalmente abituati con le ultime generazioni di iPhone per via dello scivoloso alluminio che compone lo chassis. Complice dell’ottima presa, oltre al maggiore grip garantito dalla back cover in plastica, anche la cornice in metallo, sia per la leggera bombatura al centro, sia per la levigatura di cui facevamo cenno poc’anzi.

Molto sporgente la fotocamera posteriore che tuttavia, per la sua posizione centrale, non fa “ballare” il telefono quando lo poggiamo su un tavolo: del dislivello ci si fa caso soltanto se si pigia uno dei due lati del telefono con un dito.

Per quanto riguarda il resto, troviamo l’ingresso microUSB per la ricarica e le rispettive aperture per speaker e microfono sul fondo, i pulsanti volume e Standby sul lato destro, l’ingresso jack da 3.5 mm per le cuffie sul bordo superiore e la fotocamera posteriore insieme al Flash LED ed al foro per il microfono sul retro. Nulla di diverso quindi da altri smartphone finché non spostiamo la nostra attenzione sulla facciata frontale. Qui, oltre ai tre tasti capacitivi sul lato inferiore, troviamo tre nuovi componenti (fotocamera, LED e sensore) utilizzati dallo scanner biometrico dell’iride al fianco di speaker e fotocamera frontale sul bordo superiore.

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Scheda tecnica e prestazioni

Dove certamente HomTom HT10 non delude, è nelle prestazioni. Al solito, abbiamo installato GeekBench 4 e Antutu per i test relativi ai benchmark per scoprire che questo smartphone è soltanto di poco inferiore alle prestazioni rilevate sul più recente Galaxy Note 7.

Nello specifico, ottiene un punteggio pari a 1623 nei test single core e 3504 nei test multi-core. Nel paragone, Galaxy Note 7 raggiunge un punteggio pari a 1786 nel test single-core e 3767 in quello multicore. Complice di queste performance è senz’altro il processore ARM MT6797 a 2.3 GHz da ben dieci core, affiancato da 4 GB di RAM e GPU Mali-T880.

All’atto pratico non abbiamo mai riscontrato alcun rallentamento di sorta. Anche i giochi più impegnativi non ci sono impuntamenti: abbiamo giocato per qualche minuto a Real Racing 3 ed Asphalt 7 senza alcun problema, riscontrando una fluidità al pari di quella a cui eravamo abituati con iPhone 6 Plus.

recensione HomTom HT10

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Batteria

Meno entusiasmante invece l’autonomia. I 3.200 mAh sono in realtà paragonabili ai 2.915 mAh di iPhone 6 Plus visto che, nel nostro utilizzo classico, difficilmente ha superato i due giorni di autonomia. In una giornata tipica, abbiamo scollegato HomTom HT10 intorno alle 14:00 con il 100% di carica e siamo arrivati alle 01:30 di sera con il 68% di batteria.

Attivata la modalità aereo, al risveglio, intorno alle ore 8:40, la batteria è scesa di pochi punti percentuale (62%) e ci ha accompagnato fino alle 14:00 con il 29%, resistendo poi fino alle 19:30 con il 14% di energia residua. Secondo il sistema avevamo ancora quattro ore circa di autonomia, che non abbiamo però atteso mettendo subito a ricaricare la batteria.

In questo arco di tempo il telefono è rimasto collegato sotto WiFi all’incirca per la metà delle ore di attività, durante le quali abbiamo scaricato 2.5 GB di applicazioni e giochi. Dieci minuti li abbiamo dedicati al test di Real Racing 3 ed altrettanti per Asphalt 7, mezz’ora per l’ascolto di musica tramite cuffie con cavo, 15 minuti di telefonate, 15 minuti di messaggi tramite Telegram e 5 minuti con Whatsapp. Il resto delle statistiche indicava circa 24 ore di inattività, 2.5 ore con schermo attivo e 30 minuti di “altro”.

Per quanto riguarda la ricarica, nulla di eclatante da segnalare. Con il caricatore originale siamo riusciti a ripristinare la batteria – da 13% a 100% – in circa 2.5 ore.

recensione HomTom HT10

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Fotocamera

Buona, ma non eccellente, invece, la fotocamera. Specialmente se teniamo a mente che quella incorporata offre un sensore da ben 21.5 MP. Ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione che non sono i megapixel a fare la differenza.

Nel complesso le fotografie sono buone, anche se in generale il telefono sembra faticare a trovare la messa a fuoco. Mentre in fase di scatto infatti sembra tutto perfetto, guardando poi le foto con più calma al computer ci si accorge che quella che sul display viene mostrata come una foto a fuoco in realtà, al monitor del computer, nel 70% dei casi non lo è (per conferma alleghiamo una galleria con le nostre prove dove, dal display del telefono, risultano tutte correttamente a fuoco).

recensione HomTom HT10
Macro

Il software è comunque abbastanza rapido all’aperto o in pieno sole, mentre fatica al tramonto ed in condizioni di scarsa illuminazione. Qui si evidenzia una notevole latenza quando si sposta rapidamente l’inquadratura da una scena all’altra, inoltre gli scatti risultano particolarmente rumorosi e poco nitidi.

Molto buona, invece, la modalità HDR, o in generale gli scatti all’aperto. Quando c’è tanta luce il sensore da il meglio di sè, e con l’HDR riesce a catturare anche colori più vicini alla realtà di quanto non fa, invece, la fotocamera con la modalità di scatto classica.
Diversamente da quanto visto in altri smartphone Android, qui la modalità HDR offre un’anteprima live sul display, catturando dettagli di una scena, come potrebbe ad esempio essere un paesaggio, dove senza HDR verrebbero irrimediabilmente persi dei dati nelle scene sovra-esposte.
Tuttavia anche qui, il sistema tradisce le aspettative: se infatti dal display il guadagno sembra impressionante, confrontando gli scatti al computer ci si accorge che c’è sì una maggiore quantità di dettagli nelle scene in ombra e quelle che normalmente sono sovra-esposte, ma non ai livelli di quanto viene mostrato invece sul display nell’anteprima in tempo reale dello scatto.

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Lo scanner per l’iride

Impossibile non approfondire il discorso su questo particolare componente che mai avevamo avuto modo di provare fino a questo momento e per cui non abbiamo quindi modo di fare un paragone con altri smartphone.

La configurazione iniziale impegna soltanto pochi minuti, durante i quali è necessario avvicinare lo smartphone a circa 20–30 centimetri dal viso: in questa fase viene attivato lo scanner dell’iride che analizza e mette in memoria la conformazione dei propri occhi per le scansioni future.

Lo abbiamo utilizzato come sistema primario per lo sblocco del dispositivo (si può scegliere poi PIN, sequenza o altro come sistema alternativo nel caso lo scanner per l’iride non dovesse funzionare a dovere) per tutta la settimana in cui abbiamo tenuto in prova questo smartphone.

recensione HomTom HT10

Mai una volta abbiamo rimpianto il sensore per le impronte digitali o ci siamo trovati costretti ad utilizzare il sistema di sblocco alternativo. La scansione è sempre molto rapida (meno di mezzo secondo) e precisa: abbiamo mostrato il telefono a diversi nostri amici che, invano, hanno tentato di sbloccarlo eseguendo la scansione dei propri occhi. Funziona molto bene anche di notte, dove la luminosità del display aiuta ad illuminare il viso per una migliore analisi degli occhi.

Si tratta tuttavia di un sistema particolare che non sempre si rivela la scelta migliore. Innanzitutto, non ci è piaciuta la serie di suoni che emette alla scansione. Se di fronte agli amici i suoni “alla R2D2” di Star Wars possono anche fare colpo, in coda alle Poste o in ambienti pubblici si attira di certo l’attenzione, soprattutto in considerazione del fatto che per il riconoscimento dell’iride è necessario posizionare il telefono di fronte al volto a non più di 30 centimetri di distanza.

Per evitare occhiatacce, in casi come questo bisogna preventivamente ricordarsi di mettere il telefono in modalità silenzioso. In questo senso si sente la mancanza dello switch Muto di iPhone: per abbassare il volume infatti è obbligatorio risvegliare lo schermo, azione che in ogni caso attiva lo scanner per il riconoscimento dell’iride. In pratica va silenziato prima di recarsi in posti dove lo scanner potrebbe risultare fastidioso.

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Altre considerazioni d’uso

Nell’uso quotidiano, ci è piaciuta la graduale illuminazione dello schermo al tocco. A differenza di altri dispositivi che dimezzano la luminosità del display poco prima di andare in Standby, qui sfiorando lo schermo l’illuminazione del display non viene riportata al livello di partenza in un colpo, ma piuttosto si “accende” in maniera graduale. Molto comodo, a nostro giudizio, soprattutto nell’utilizzo al buio.

Meno apprezzata invece la back cover, di bassa qualità rispetto al resto. Inoltre, nella versione bianca – come quella che abbiamo avuto in prova – lo sporco si deposita facilmente e già dopo poco più di un mese di utilizzo abbiamo notato un leggero ingiallimento della plastica.

recensione HomTom HT10

Tra le applicazioni extra offerte dal produttore troviamo App Locker, per aggiungere un codice PIN alle applicazioni ed inibirne singolarmente l’accesso; HT Xender, che facilita il trasferimento di file tra i dispositivi; Mi-Pop, una sorta di pulsante virtuale per alcune scorciatoie su schermo; Touch Letters, per aggiungere e personalizzare gesture anche a tre e quattro dita; Tastiera Go, una tastiera alternativa per la digitazione dei messaggi.

Ottimo, infine, il vivavoce. Lo abbiamo utilizzato molto spesso per gestire le telefonate senza riscontrare alcun problema anche quando il telefono era a circa due metri di distanza: anche in questa condizione l’interlocutore ci ha assicurato di percepire la nostra voce “forte e chiara”, come se ci trovassimo a pochi centimetri dal microfono del dispositivo.

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Conclusioni

Dalla nostra esperienza possiamo parlare di amore ed odio per HomTom HT10. Amore perché le prestazioni non fanno rimpiangere gli smartphone più costosi di ultima generazione, lo scanner per il riconoscimento dell’iride è rapido e preciso ed in generale non abbiamo mai sentito la mancanza del nostro iPhone nell’utilizzo quotidiano. Odio perché il peso comincia ad essere importante, in qualche situazione anche eccessivo, per non parlare degli effetti sonori dello scanner per l’iride che, soprattutto nei primi giorni di prova, non ci hanno risparmiato qualche figuraccia in pubblico.

Pro

  • Prestazioni al top
  • Scanner per l’iride rapido ed efficiente
  • Buona autonomia
  • Ottima presa
  • Qualità vivavoce eccellente

Contro

  • Effetti audio dello scaner per l’iride evitabili
  • Prestazioni fotocamera non eccellenti in rapporto ai MP
  • Peso

Prezzo al pubblico

HomTom HT10 è in vendita su GearBest per 224,41 euro. Per ulteriori informazioni sui costi e tempi di spedizione, eventuali oneri e gestione degli ordini, è possibile consultare il sito del venditore. Eventualmente lo trovate anche su Amazon.

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