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Recensione Razer Huntsman V2 Analog, tastiera pro con un pizzico di futuro dentro

Razer Huntsman V2 Analog è una tastiera di fascia top di Razer, pensata per il mercato dei gamer più esigenti, ma che può rendere felice ogni amante delle tastiere meccaniche.

Dentro e fuori troviamo l’ultima tecnologia in questo campo ed una serie di accortezze per un prodotto dal prezzo non certo popolare ma che in grado di offrire un vantaggio concreto a chi la saprà domare.
Noi ci abbiamo provato, ecco com’è andata.

Razer Huntsman V2 Analog è il top già alla prima impressione

Che la Razer Huntsman V2 Analog sia una tastiera importante lo si capisce già dalla scatola, che è davvero gigante, a memoria di chi scrive forse la più grande vista in questo settore.

Dentro trova posto la tastiera, comunque generosa di dimensioni, con i suoi 44,5 cm di larghezza e 14 di profondità, che diventano 23 con il Poggiapolsi magnetico, con una altezza di 4,4 centimetri nel punto più alto, con un guadagno di ulteriori 1,7 centimetri grazie ai piedini retrattili.

Recensione Razer Huntsman V2 Analog, tastiera pro con un pizzico di futuro dentro

Anche il peso non è indifferente, 1,3 kg per la tastiera nuda (cavi compresi) a cui si aggiungono 475 grammi per il Poggiapolsi, decisamente un modello non semplice da mettere nello zaino (dove alloggia sicuramente meglio la Razer Huntsman Mini).

La realizzazione è in metallo nero nella parte superiore, tasti e Poggiapolsi a parte, mentre la parte inferiore è realizzata in plastica porosa, con piedini in gomma viscosa, più altri due retrattili a due posizioni.

Recensione Razer Huntsman V2 Analog, tastiera pro con un pizzico di futuro dentro

Nella parte verso il computer saltano fuori due cavi USB in tessuto antiattorcigliamento, dei quali uno USB-C 3.0 (finalmente iniziamo a vedere questo connettore anche nelle periferiche), con incluso nella confezione un adattatore USB-C/USB-A, pensato per trasportare il segnale dati e l’alimentazione (che deve essere importante, considerata l’illuminazione).

Il cavo non è solo, perché ce n’è un secondo, con un più canonico connettore USB-A 3.0 Passthrough che è utile per trasportare dati e alimentazione dal computer al connettore femmina posto lateralmente, a cui possiamo collegare mouse (come il nuovo Razer Viper 8K) oppure un altro tipo di periferica (che in questo periodo non mancano, come il nuovo microfono Razer Seiren Mini).

Sempre dentro la scatola troviamo un piccolo libretto di istruzioni per le fasi iniziali di configurazione della tastiera (con qualche scorciatoia hardware), l’iconico foglio di ringraziamento di Razer e appunto il Poggiapolsi magnetico in morbida similpelle per un maggiore comfort durante il gioco.

Quest’ultimo, oltre a conferire un confort interessante perché offre una superficie morbida ai polsi, offre anche una illuminazione underglow, grazie ad un connettore magnetico.

Recensione Razer Huntsman V2 Analog, tastiera pro con un pizzico di futuro dentro

Supporto e preparazione

Una volta collegata, la Razer Huntsman V2 Analog è vista subito tanto da Windows quando da macOS, anche se il comportamento è diverso. Su Windows 10, il sistema propone subito di installare i driver Synapse 3.0 o, se sono già installati (come nel nostro caso), li aggiorna con i profili giusti della tastiera e, dopo un riavvio, permette di controllare e personalizzare ogni singola parte.

Su macOS, piattaforma per la quale non è ufficialmente supportata ma dove comunque funziona molto bene, la personalizzazione non è possibile (se non attraverso driver virtualizzati, magari con Parallels Desktop 16) ma rappresenta una scelta grintosa per chi ama il look&feel delle tastiere meccaniche anche nel mondo Mac.

Il set di default è comunque molto buono: nella parte in alto sostano tre pulsanti pensati per le attività multimediali (brano precedente, play/pausa e brano successivo) e una rotella cliccabile, che di default permette il controllo del volume (e che risulta straordinariamente comoda, strano che non sia presente in tutte le tastiere).

Due parole anche sul connettore USB-A 3.0 Passthrough, che altro non è che un dispositivo hardware che permette il collegamento di una periferica, funziona bene su entrambe le piattaforme, ma necessita a questo punto che entrambi i cavi siano collegati.

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La mancanza di driver per Mac è un po’ un peccato, ma non ne pregiudica l’uso, piuttosto l’aspetto peggiore di questa tastiera è il fatto di essere disponibile solo in lingua Americana, che per un modello dal costo così alto, per noi italiani non è indifferente.

Certo, possiamo impostare la lingua italiana via software e usarla con la tastiera cieca, ma ci sono molte lettere accentate che spesso andiamo a cercare e qui è piuttosto difficile: va bene, anzi benissimo come vedremo, per chi gioca ma non per chi scrive (e una volta acquistata, è un peccato non usarla sempre).

Tecnologia innovativa

La tastiera è una evoluzione laterale del modello che abbiamo provato qualche tempo fa, anche se qui la modernità è più accentuata. Ma la parte del leone in questo specifico modello la fanno sicuramente i nuovi tasti Optical Switch analogici.

La tecnologia degli Optical Switch (il termine “Switch” è qui utilizzato per la tecnologia che determina il modo in cui i tasti sono premuti dall’utente) ha introdotto prima nelle tastiere e poi nei mouse un nuovo modo di valutare il clic, ora non più legato ad un meccanismo meccanico ma solamente alla luce.

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Sostanzialmente, ogni tasto ha un raggio luminoso che passa da una parte all’altra solo quando il tasto è premuto, evitando quindi egli effetti collaterali di una molla (come ad esempio il ritorno della vibrazione).

La tecnologia qui fa un passo avanti in questo senso, introducendo l’Attuazione regolabile, controllata appunto dai driver Synapse, che non solo assegna una funzione ad un tasto, ma addirittura due, una con una pressione lieve e una con una più forte. La corsa va da 1,5 a 3,6 mm (ma i termini sono regolabili) in modo che sia possibile attivare una funzione accarezzando il tasto e poi, senza togliere il dito, solo al momento giusto, spingerlo fino in fondo per attivare la seconda funzione.

In ottica gaming il caso più eclatante è in uno sparatutto come Overwatch, ad esempio, quando si carica una granata (clic lieve) e poi la si lancia al momento giusto, eliminando la perdita di tempo di schiacciare due tasti: va detto che molte altre tastiere permettono di fare una cosa simile usando le macro (e anche la Razer Huntsman V2 Analog) ma questo metodo offre un controllo migliore sia nella resa che nella personalizzazione, anche se il tutto va imparato per bene.

Recensione Razer Huntsman V2 Analog, tastiera pro con un pizzico di futuro dentroUn’altra conseguenza è che con questa tecnologia la tastiera è in grado di emulare un gamepad tradizionale: con una tastiera digitale la pressione dei tasti è binaria, il tasto è premuto o non è premuto: Razer Huntsman V2 Analog invece offre un controllo certosino su ogni tasto, in modo che i tasti possano offrire un risultato migliore nella corsa, come sostanzialmente fanno i joystick analogici nei gamepad, andando a potenziare il movimento tanto più la levetta si muove in una direzione.

Concretamente, questa tastiera è in grado di pilotare un’auto nelle varie direzioni in modo molto più preciso e “naturale” di qualsiasi altra tastiera, come se avessimo un gamepad, oppure allo stesso modo di far muovere un personaggio in uno spazio in modo molto più naturale. E la cosa bella che è il controllo non dipende dal gioco, i driver pensano a restituire al sistema un input controllato pari ad un pad, quindi questa funziona funziona tanto con i giochi vecchi quanto con quelli nuovi.

Come funziona

Una volta collegata, come abbiamo detto, entrambi i sistemi operativi testati l’hanno vista correttamente e hanno permesso un input corretto, Windows 10 con maggiori personalizzazioni, via Synapse 3.0.

L’illuminazione dei tasti, che con questo modello si estende anche al Poggiapolsi (nella parte sotto) è molto bella ed è un qualche cosa a cui ci si abitua presto: su questo punto i driver Synapse mostrano la loro maturità offrendosi non solo di personalizzare i colori come meglio crede l’utente, anche di sincronizzare l’illuminazione della tastiera con altri. Nel nostro caso avevamo il mouse Razer Viper 8K, l’HUB Thunderbolt 3 WD_BLACK D50 Game Dock di Western Digital e le lampade Nanoleaf Canvas Starter Kit.

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Certo, per ottenere un risultato importante serve un bel po’ di impegno perché l’SDK non è proprio semplice, ma per chi vuole il fattore “WOW” è assicurato.

La parte multimediale è molto comoda e, via Synapse, ogni pulsante può essere personalizzato per fare molto, da una funzione qualsiasi ad una macro di pulsanti (come ad esempio equipaggiare un’arma, cambiare visuale e regolare il grado di avvicinamento oppure cambiare marcia e cambiare il pulsante del freno).

Recensione Razer Huntsman V2 Analog, tastiera pro con un pizzico di futuro dentro

La tastiera è abbastanza pesante, quindi una volta posizionata sulla scrivania non si muove: la presa USB laterale può essere comoda ma non è vitale e chi scrive avrebbe preferito un HUB inserito nel Cavo USB-C piuttosto che un secondo cavo Passthrough.

Il rumore dei tasti non è eccessivo e la posizione delle mani la si trova dopo un po’, grazie al comodissimo Poggiapolsi che, tra l’altro, sembra abbastanza fresco da non far sudare la parte bassa del polso d’estate.

Recensione Razer Huntsman V2 Analog, tastiera pro con un pizzico di futuro dentro

Considerazioni

Difficile che un prodotto del genere passi inosservato. La qualità dei materiali è molto buona, la forma e il Poggiapolsi, unitamente alla finezza dell’illuminazione RGB ne fanno un pezzo importante, in positivo, sulla scrivania, anche se con un look inevitabilmente da cattiva ragazza.

La tecnologia del clic progressivi a controllo dinamico è qualche cosa che può segnare la storia delle tastiere meccaniche (e che ovviamente su quelle non meccaniche non arriverà mai): certo serve attenzione, tempo e il titolo giusto per farla rendere al meglio ma quando questi tre fattori si trovano, la differenza diventa palpabile e nelle mani giuste, la distanza tra la vittoria e la sconfitta.

Recensione Razer Huntsman V2 Analog, tastiera pro con un pizzico di futuro dentro

Un modello chiaramente non per tutti, un po’ per il costo e un po’ per il layout americano che, qui in Italia, la rende adatta perlopiù solo a chi gioca, mentre per scriverci serve una una altissima qualità nella scrittura cieca (ma, se scrivete perlopiù in inglese, il problema non si pone).

Come per tutte le tastiere meccaniche, o la si ama o meglio lasciare stare, ma nel primo caso è una di quelle cose da mostrare con orgoglio sopra la scrivania.

Recensione Razer Huntsman V2 Analog, tastiera pro con un pizzico di futuro dentro

Pro:

• Elegante, grossa e con materiali di qualità
• La tecnologia dei tasti ottici progressivi è molto interessante
• Il Poggiapolsi è comodissimo
• L’illuminazione RGB non è una novità ma è sempre un bel vedere

Contro:

• Layout solo americano
• Driver Synapse solo per Windows
• Due cavi per una tastiera sono forse eccessivi
• Prezzo molto alto

Prezzo:

• 269,99 Euro

Razer Huntsman V2 Analog è disponibile a partire dal sito della casa madre: a questa pagina di Amazon.it invece tutte le tastiere Razer disponibili per l’italia.

REVIEW OVERVIEW

Design
Facilità d'uso
Prestazioni
Qualità/Prezzo

In sintesi

È un po' cara e con layout solo americano, ma la tecnologia del clic progressivo è molto buona, i materiali costruttivi sono da prima classe e i driver davvero ben fatti. Ovviamente è una tastiera meccanica, quindi non per tutti.

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