L’unico scopo dell’autore di Sasser era solo quello di conquistare credito come esperto programmatore? Il sospetto che Sven Jaschan il giovane arrestato lo scorso week end in Germania con l’accusa di avere costruito il virus senza immaginare le conseguenze dirette dell’attacco, stanno sorgendo in queste ore agli inquirenti impegnati ad indagare i risvolti della vicenda.
Secondo quanto le autorità germaniche hanno comunicato ai media il poco più che diciottenne residente di Waffensen, un paese della Bassa Sassonia, avrebbe semplicemente voluto dimostrare di essere in grado, sfruttando un bug di Windows, di spegnere e riaccendere i computer connessi alla rete, senza rendersi conto che il ‘giochino’ avrebbe letteralmente mandato in tilt importanti servizi, come quelli delle poste di Taiwan, ritardato voli aerei e costretto i guardiacoste americani a tracciare mappe a mano. Jaschan, resosi conto della devastazione prodotta il pirata informatico ha cercato di diffondere una nuova versione del virus, ‘Sasser e’ che doveva avvertire gli utenti dell’esistenza di un patch contro il Sasser originale ma la cattiva programmazione lo ha semplicemente trasformato in una variante di Sasser con gli stessi perniciosi effetti.
Sulla base di queste informazioni non sarebbe dunque confermata la tesi di chi sostiene che Jaschan avrebbe avuto dei complici che lavorano per continuare a portare avanti lo sviluppo di Sasser. Questa ipotesi era stata avanzata da alcune testate on line dopo avere appreso che anche dopo l’arresto del giovane sarebbero continuati gli attacchi con nuove varianti del virus. In realtà , come avrebbero dimostrato alcune analisi sul codice e sulle modalità della diffusione attuate da Microsoft, Sasser e sarebbe stato immesso in circolazione lunedì, quattro giorni prima dell’arresto di Jaschan.
Giudicata poco credibile secondo gli inquirenti anche la voce secondo cui lo studente con il lancio di Sasser avrebbe voluto dare una mano al business della madre che gestisce un negozio di informatica specializzato in assistenza.
Quello di cui inquirenti si dicono certi che lo studente tedesco, che non ha avuto difficoltà ad ammettere la sua colpa e sul cui computer è stato trovato il codice sorgente di Sasser, è stato anche l’autore di NetSky, un altro virus che si è diffuso nei mesi scorsi, e di tutte le sue 28 varianti. Anche in questo caso il pirata informatico non avrebbe voluto produrre danni ai computer infettati, ma riparare ai guasti prodotti da Bagle e MyDoom, due altri virus. In realtà , secondo gli inquirenti, il giovane, descritto come timido e introverso dai conoscenti, non si è reso conto dei danni che avrebbe prodotto e la gravità dell’operato.
Ora secondo le leggi tedesche Sven Jaschan, in libertà provvisoria, rischia fino a cinque anni di prigione con l’accusa di sabotaggio informatico, oltre che la richiesta di milioni di dollari di danni da parte di coloro che sono stati danneggiati da Sasser.