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Schmidt: nel board di Apple gratuitamente

Lo faceva gratis, ma fino a un certo punto. Sul valore di aver avuto nel consiglio di amministrazione di Apple un personaggio come Eric Schmidt, uno dei più importanti della Silicon Valley e degli Usa, nessuno discute. Su quanto sia costato, emerge un particolare interessante: neanche il canonico dollaro all’anno che vuole Steve Jobs.

Infatti, come director di Apple, coinvolto in non poche attività  e riunioni di lavoro, la documentazione rilasciata alla Sec (la Securities and Exchange Commission della Borsa americana, l’equivalente della nostra Consob, solo molto più seria) mostra che per i tre anni dal 2007 al 2009 in cui Schmidt ha servito come director di Apple non ha beccato una lira. Anzi, un dollaro.

Però i documenti registrano anche che l’uomo era un avido utilizzatore di tecnologie Apple. Ci sono 8.700 dollari di apparecchiature (computer, iPod, iPhone) che Apple gli ha fornito gratuitamente e poi contabilizzato, e poi altri 7.500 di non meglio identificati “regali commemorativi”. In tutto, 18.200 dollari. Una cifra enorme per un utente normale, bruscolini per gente come Schmidt.

Il nostro uomo, che ha 53 anni e guida Google dal luglio 2001, nel 2008 ha guadagnato un dollaro come stipendio diretto di Google, 508mila dollari come compensazioni indirette e ha un quantitativo di stock options di altre aziende (che attualmente non ha esercitato) enorme e non meglio precisato. Non ne ha invece di Google. Inoltre, le sue esperienze lavorative precedenti (fondatore, Cto e presidente di Sun Microsystems, numero uno di Novell) lo mettono in condizioni di lavorare per hobby.

Questo tipo di complesse figure americane di super manager al top, che cercano di difendere anche l’integrità  della propria figura (ricordate invece i banchieri con stipendi da decine se non centinaia di milioni di dollari l’anno, travolti dagli scandali pochi mesi fa?) preferiscono lavorare calvinisticamente gratis o quasi. Perché la loro debolezza è anche la loro passione: le macchine che producono.

Anche Al Gore si è dotato nel tempo di un buon quantitativo di apparecchiature Apple. Il MacBook Pro 17 che si vede per tutto il suo film da Oscar, “An Inconvenient Truth”, proviene dagli stock interni dell’azienda con tutta probabilità  cioè dai 13.161 dollari di apparecchiature che Gore ha avuto durante il suo periodo come director. Anche Arthur Levinson, nel board di Apple ma sconosciuto al grande pubblico (è a capo di Genetech, divisione della Roche che si occupa di tecnologie genetiche) ha preso ben 8.923 dollari di apparecchiature.

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