Wep e Wpa, le due sigle che spesso si incontrano magari nelle spiegazioni su come collegare il proprio Mac a una rete senza fili, oppure tra le opzioni di configurazione della base AirPort. Ma come funzionano e a che cosa servono?
La prima ad arrivare sul mercato è stata la sicurezza Wep. Wireless Equivalent Privacy (questo il significato dell’acronimo), consente di crittare i dati e l’autenticazione del computer all’access point senza fili. Meno sicuro del più nuovo Wpa, consente comunque di garantire una connessione sicura tra due unità senza fili, in modo tale che non sia troppo semplice inserirsi nel collegamento da parte di terzi malintenzionati.
La seconda tecnologia software, il più nuovo Wi-Fi Protected Access, Wpa, consente di collegare con uno strato di crittografia maggiore due Mac o un Mac e un access point. Trattandosi di una tecnologia più nuova e nata per eliminare i difetti di sicurezza della precedente (che sono relativi, ma comunque suscettibili di crollare di fronte ad un attacco prolungato effettuato da esperti) “blindando” la connessione.
Tutte le schede interne AirPort consentono di supportare, con Panther (Mac Os X 10.3) entrambi i livelli di sicurezza. Bisogna solo assicurarsi che il firmware delle schede sia stato aggiornato alle versioni 3.3 per le schede AirPort normali e 3.2 per le AirPort Extreme. Per quanto riguarda gli access point prodotti da Apple, le basi AirPort, il supporto per Wpa è possibile solo con i nuovi modelli Extreme.
Purtroppo l’aggiornamento del firmware delle stazioni base “normali”, cioè il modello grigio e quello “snow white”, non consente di supportare il più elevato grado di crittografia. L’aggiormaneto sia della base AirPort e delle schede avviene automaticamente attraverso il System Update delle preferenze di sistema, ed è ovviamente gratuito.
