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SPID al capolinea, il Governo punta tutto sulla CIE

Durante la recente seduta parlamentare, tenutasi il 3 luglio scorso, l’onorevole Antonino Iaria ha sollevato una questione che ciclicamente torna al centro del dibattito pubblico: il futuro dello SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale.

Nella sua domanda, Iaria ha espresso preoccupazione per l’eventuale abbandono dello SPID, sottolineando come il continuo cambiamento dei metodi di identificazione digitale possa generare confusione tra gli utenti, oltre che generare mancanza di stabilità normativa.

A rispondere alla domanda è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, che ha chiarito la posizione del Governo: l’intenzione è quella di superare progressivamente lo SPID in favore della Carta d’Identità Elettronica (CIE), considerata più sicura, coerente con gli standard europei e rilasciata direttamente dallo Stato.

Butti ha ricordato che già nel dicembre 2022 l’esecutivo aveva manifestato l’intenzione di puntare su un sistema di identità digitale unico e centralizzato, in linea con quanto avviene in molti altri Paesi. La CIE, secondo il sottosegretario, soddisfa pienamente questa esigenza grazie al suo livello di sicurezza 3, richiesto a livello europeo. Peraltro, è lo strumento che salva molti dal rinnovo a pagamento dello SPID.

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Il sottosegretario ha però riconosciuto alcune difficoltà operative, come i ritardi di alcuni comuni nel rilascio della carta elettronica, ma ha assicurato che si sta intervenendo per potenziare la rete e accelerare i tempi.

Nonostante la volontà di superare lo SPID, il Governo ha ribadito che il sistema resterà operativo nel breve – medio termine e sarà accompagnato fino alla sua graduale dismissione, in accordo con i provider privati che lo gestiscono. In questo senso, Butti ha anche sottolineato l’impegno dell’esecutivo, che ha messo a disposizione 40 milioni di euro a sostegno del sistema, fondi che i precedenti governi non avevano stanziato nonostante le ripetute richieste.

Secondo il piano delineato, la transizione potrebbe richiedere dai due ai tre anni, periodo durante il quale lo SPID sarà mantenuto attivo ma sottoposto a un percorso di miglioramento in termini di sicurezza e stabilità.

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Infine, Butti ha annunciato la prossima convocazione dei provider privati per proseguire il lavoro congiunto sul futuro dell’identità digitale, con l’obiettivo di arrivare alla realizzazione di un wallet digitale pubblico o misto, come previsto dalle normative europee sul portafoglio digitale.

In sintesi, il destino dello SPID sembra segnato: resterà ancora in funzione per un periodo variabile, ma è chiara l’intenzione del Governo di puntare in modo strutturale sulla CIE come unico strumento ufficiale di identità digitale.


In questo articolo come attivare la Carta di Identità elettronica con lo smartphone per usarla al posto dello SPID.

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