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Studio sul senso dell’orientamento e sulle abitudini di navigazione

Gli italiani sostengono di perdersi raramente, indipendentemente da dove si trovino e l’11% dichiara di non essersi mai perso. Questo quello che emerge da uno dei più ampi studi mai realizzati sul senso dell’orientamento e sulle abitudini di navigazione, condotto da Nokia e che ha coinvolto 12.500 persone in 13 paesi del mondo, inclusa Italia.

I risultati raccolti in Italia sono particolarmente interessanti: ad esempio gli italiani dichiarano di avere un buon senso dell’orientamento e, essendo religiosi, un terzo degli intervistati reputa che questo sia “un dono di Dio”. Tuttavia, dimostrando di essere una nazione che non desidera condividere questo dono con nessuno, un italiano su dieci si diverte a dare le indicazioni sbagliate alle persone che si sono smarrite e forse è questo il motivo per cui circa un quarto degli italiani si affida a dispositivi di navigazione mobile per ottenere indicazioni stradali, una percentuale maggiore rispetto a qualsiasi altro Paese incluso nel panel di ricerca.

A livello globale, la ricerca ha rilevato, inoltre, che una persona su dieci (10%) trova impossibile spostarsi a Londra, seguita immediatamente da Parigi (9%), Bangkok (5%), Hong Kong (5%) e Pechino (4%): sono queste le cinque città  al mondo in cui è più facile perdersi. Per di più, chi smarrisce la strada a Londra e chiede aiuto a qualche passante deve fare molta attenzione: un londinese su tre ammette infatti di fornire di proposito indicazioni sbagliate.

La navigazione digitale supera le mappe tradizionali
Oltre il venticinque percento degli intervistati utilizza strumenti di navigazione in Rete e mobile per trovare la direzione giusta. In particolare, oggi il 13% delle persone utilizza un telefono cellulare come principale strumento di navigazione, mentre la percentuale era pari a zero soltanto pochi anni fa. Il paese che vanta il migliore senso dell’orientamento è la Germania (seguita dall’Italia), con un terzo degli abitanti che sostiene di non essersi mai smarrito. Non sorprende peraltro che sia anche il paese che fa maggiormente affidamento sulla navigazione satellitare. Una donna su dieci non è capace di leggere una cartina tradizionale: il doppio rispetto agli uomini. Ciò fa prevedere che si assisterà  presto al tramonto delle mappe tradizionali, anche in conseguenza della scarsa capacità  di leggere le cartine riscontrata a livello mondiale.

Il senso dell’orientamento
Una persona su cinque ritiene che il senso dell’orientamento sia genetico e che semplicemente si nasca più o meno bravi a orientarsi. Essere dotati di buon senso dell’orientamento appare in ogni caso raro e nonostante gli enormi progressi compiuti dalle mappe online e dalla navigazione mobile, la quasi totalità  delle persone intervistate (93 percento) ancora si smarrisce regolarmente, con una perdita di tempo media di circa 13 minuti calcolata per individuo. Per alcuni, ciò ha ripercussioni non trascurabili: una persona su dieci perde un colloquio, un importante incontro di lavoro o un volo perché non riesce a trovare la strada giusta. Lo scarso senso dell’orientamento si ripercuote anche sulla vita privata: un brasiliano su dieci manca a un appuntamento galante perché si smarrisce lungo la strada.

Dati principali Italia:

– Circa un terzo (28%) degli italiani sostiene di avere un buon senso dell’orientamento, più di qualsiasi altro popolo.

– Un terzo degli italiani (33%) dichiara di smarrirsi raramente, secondi solo ai tedeschi (34%).

– Un italiano su dieci (11%) dichiara di non essersi mai perso.

– Quasi un quarto (22%) degli italiani si affida a dispositivi di navigazione mobile per orientarsi, percentuale superiore a qualsiasi altro paese.

– Essendo notoriamente gli italiani religiosi, un terzo (33%) di essi ritiene che il senso dell’orientamento sia innato e sia “un dono di Dio”.

– Mostrando un vena “dispettosa”, un italiano su dieci (11%) si diverte a dare indicazioni sbagliate a persone che si sono smarrite.

Ulteriori risultati emersi dalla ricerca

– Il 30% delle persone dà  al partner la colpa per essersi smarrito, perché stavano litigando oppure perché il partner stava gridando le indicazioni con voce alterata.

– Gli intervistati sostengono di fare talmente affidamento sulla tecnologia, che uno su quattro afferma che non sarebbe in grado di trovare la strada senza mappe online e navigazione satellitare su supporto mobile

– Uno spagnolo su dieci ritiene che il senso dell’orientamento “migliori col tempo”.

– Gli uomini indiani sono in tutto il mondo quelli che, con la maggiore probabilità , non riescono a trovare la strada giusta per assistere alla nascita del proprio figlio.

– Quasi un quarto degli italiani utilizza i dispositivi di navigazione mobile per orientarsi.

– Metà  dei cinesi si affidano all’interazione personale per ottenere indicazioni strada facendo.

– Tra gli asiatici, la scusa più popolare per essersi smarriti è il cattivo tempo.

– I russi hanno un secondo fine nel chiedere indicazioni: uno su dieci ricorre infatti a questa scusa per flirtare.

La ricerca è stata condotta da ICM su 12.500 intervistati in 13 paesi nel periodo compreso tra l’1 e il 23 ottobre 2008. I paesi in cui è stato condotto lo studio, sono: Regno Unito, Francia, Spagna, Germania, Italia, Australia, Brasile, Cina, Emirati Arabi Uniti, Russia, Singapore, India, Sud Africa.

[A cura di Mauro Notarianni]

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