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Twitter nel caos per la spunta Blue da togliere a chi non paga

Gli account di Twitter verificati già da tempo perderanno la spunta blu a meno che non decidano di sottoscrivere l’abbonamento a Twitter Blue: la società ha annunciato che ha già iniziato a chiudere il programma legacy togliendo tali spunte già dal 1 aprile, ma come la maggior parte delle cose che fa l’azienda da quando è guidata da Elon Musk, il processo non solo sembra essere eseguito in maniera caotica, ma pare sia anche soggetto ai capricci del suo nuovo amministratore delegato.

Che l’azienda avesse intenzione di togliere il bollino a chi non paga non è mai stato un segreto: già al lancio dell’abbonamento Musk disse che c’erano “troppe spunte blu” associate ad account “corrotti” e che ci avrebbe messo mano nei mesi successivi. Questo momento sembra essere appena giunto, ma c’è una gran confusione tutta intorno.

Twitter nel caos per la spunta Blue da togliere a chi non paga

Il caos regna sovrano

Tanto per cominciare, le spunte blu degli account Twitter verificati senza abbonamento nel momento in cui scriviamo non sembrano essere effettivamente sparite per nessuno degli account che abbiamo spulciato qua e là.

L’unica cosa diversa è che adesso il social non fa più distinzione tra la spunta blu degli account verificati delle celebrità e di chi invece si è abbonato: cliccando sul badge compare infatti un messaggio che recita «Questo account è verificato perché è iscritto a Twitter Blue o perché è un account verificato precedentemente».

Da un’indagine condotta dal Washington post pare che Twitter stia incontrando diverse sfide tecniche in proposito: ad esempio, la rimozione delle spunte blu sarebbe un processo in gran parte manuale e si baserebbe su un database interno simile ad un foglio di calcolo Excel in cui sono archiviati i dati di verifica. E anche quando se ne toglie uno, pare che la spunta non scompaia. «È come se tutto si tenesse insieme con del nastro adesivo» dice un ex dipendente.

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Evviva le eccezioni

Poi come dicevamo Musk pare faccia alcuni favoritismi. Ad esempio non appena il New York Times ha detto che non aveva alcuna intenzione di spendere i 1000 dollari mensili per tenersi la spunta blu, Musk ha detto «ah ok, allora la togliamo», e così effettivamente ha fatto; ma altri account del NYT come Books e Opinion continuano ad avere il badge.

Stessa cosa sembra accadere all’account della celebrità del basket, LeBron James: ha già detto che non avrebbe mai pagato, ma la spunta blu è ancora lì. E per finire, Musk ha spiegato che concederà il badge gratuitamente a determinate società; il che, alla luce di ciò, è tutto fuorché imparziale. Ma d’altronde Twitter adesso è casa sua.

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Si punta tutto sugli incassi

C’è anche da dire che Twitter Blue sta diventando sempre più importante per generare entrate: l’azienda vale meno della metà di quel che ha speso Elon Musk per comprarla l’anno scorso, perciò è evidente che si stanno provando le strategie più disparate nel tentativo di aumentare il numero di abbonati.

Tutti gli articoli di macitynet che parlano di Elon Musk, del social Twitter e Tesla sono disponibili ai rispettivi collegamenti.

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