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Windows 7, i primi test indipendenti

La chiave di Windows 7 è una sola: meglio di Vista. tutti ci contano, tutti ci sperano. Perlomeno, quelli il cui stipendio dipende dal conto in banca di Microsoft, la quale è a sua volta disperatamente legata a Windows 7. Il sistema operativo è una delle poche cose che faccia davvero prosperare l’azienda: è la sua gallina dalle uova d’oro. Vista è andato molto male. Se va male anche Windows 7, sono problemi grossi a Redmond.

Le prime avvisaglie di quel che potrebbe succedere stanno emergendo in queste ore dalla rete. Microsoft ha cambiato radicalmente pelle, trasformando i suoi bastioni della comunicazione istituzionale in una rete di blog e di relazioni con la stampa e i blogger molto più morbide. Ha utilizzato strategie di dialogo, aperto i suoi laboratori, affrontato molti problemi dei suoi prodotti, addirittura cambiato pelle per quanto riguarda il rapporto con l’Open Source: da “tumore della tecnologia” a strada frequentabile (a piccole dosi) per certe strategie.

Ma cosa succede poi in concreto con il prodotto quando arriva? Com’è questo Windows 7? Come va? Le prime reazioni della rete alla versione release candidate, immessa venerdì scorso per gli sviluppatori e martedì 5 maggio per tutti, con seriali che scadono nell’estate 2010, non sono tutte positive. Anzi. Stanno emergendo problemi di assetto.

Il primo è la tanto richiesta compatibilità  con Windows XP. Il solito problema di far funzionare vecchi driver e vecchi software. Che Microsoft questa volta vuol risolvere con una soluzione simile a quella di Rosetta. Peccato che, a differenza di Rosetta, serva sapere molto bene se il processore – Intel o Amd – sia effettivamente compatibile, a scapito di brutte sorprese. E fuori uno.

Poi, il problema delle prestazioni. Vista è pesante ed ha schiacciato molti utenti su hardware fin troppo potenti che performano molto male con Vista e benissimo con XP. I netbook non riescono a funzionare con Vista in maniera decente. Windows 7 arriva con questa idea di riportare la performance in casa di tutti gli utenti Pc. Risultato? Secondo i primi test in realtà  la potenza richiesta per far girare Windows Vista e Windows 7 è sostanzialmente la stessa. Ovvero, i risultati, a parità  di hardware, sono più o meno gli stessi.

In più, arriva dall’Europa anche l’ira dei produttori di browser, e segnatamente la “piccola” Opera: che protesta con l’antitrust perché la versione RC di Windows 7 non permette di fare lo “scorporo” del browser che invece Microsoft deve fornire nelle versioni commerciali. Si tratta di una piccola dimenticanza, dopotutto è una versione test. Però è scaricabile da tutti, gratuita fino a metà  2010 e probabilmente renderà  molti “dipendenti” dal sistema operativo made in Redmond.

Proprio Redmond sembra, con questa idea della “prova prolungata” di Windows 7, aver abbracciato una tecnica di “spargimento” del suo codice mirante a neutralizzare la crescita di mercato di potenziali concorrenti. Sistema operativo gratuito, sempre più Pc che lo possano usare (dai tablet ai netbook). L’unico punto oscuro rimane il funzionamento e soprattutto il modo in cui Microsoft conta di far soldi. Se la vendita del Pc diventa un optional, cosa rimane per Steve Ballmer?

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