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Windows su Mactel, non tutto così scontato

Due punti percentuali in più. Ecco quanto varrebbe, da solo, per la quota di mercato di Apple il passaggio da PowerPC ad Intel. La stima, svolta nelle ore immediatamente successive agli annunci della WWDC, è tanto più interessante perché giunge da una fonte insospettabile: Microsoft.

A far sapere che nelle segrete stanze di Redmond ci si è precipitati a fare qualche calcolo sulle ricadute della svolta storica della rivale di sempre è un interessante articolo di eWeek scorrendo il quale si scopre che l’€™abbandono dei chip IBM/Freescale a favore dei Pentium è visto con un misto di preoccupazione e di speranza.

La preoccupazione, si apprende da manager che vogliono restare anonimi ma che sarebbero molto vicini ai vertici di Microsoft, deriva appunto della possibile crescita delle vendite del sistema operativo che più credibilmente di altri svolge il ruolo di concorrente di Windows; la speranza dal fatto che, contrariamente al passato, abbinato a questo sistema operativo ci sarà  un hardware, almeno sulla carta, compatibile con le Finestre e dunque, sempre potenzialmente, capace di aprire più vendite per Windows.

In realtà  il condizionale sui Mac che funzionano come se fossero dei PC e lanciano Windows appare quanto mai d’€™obbligo. La stessa Microsoft non pare per nulla sicura che le dichiarazioni rilasciate nel contesto della WWDC da manager Apple secondo i quali ‘€œnulla verrà  fatto per impedire a Windows di girare sui Mac’€, significhino automaticamente l’€™apertura della piattaforma al sistema operativo di Redmond.

I dubbi, si legge nell’€™articolo, derivano da vari aspetti, tutti legati a decisioni sulla configurazione dell’€™hardware dei ‘€œMactel’€ e delle quali poco o nulla si conosce.

Ad esempio appare certo che i Mac con Intel non useranno un BIOS tradizionale. Al suo posto Apple intende utilizzare l’€™Extensible Firmware Interface (EFI), una tecnologia erede del sistema usato nei computer fin dalle loro origini per settare l’€™hardware prima del caricamento dell’€™OS, ma assai più moderna e capace di risvegliare la macchina in minor tempo. Anche se Microsoft pensa di supportare EFI in Longohorn ed Intel ha abbracciato la svolta con il progetto Tiano, già  questa scelta da sola basterebbe a rendere i Mac con Pentium assai diversi da molti cloni PC in commercio oggi e in futuro.

Un secondo aspetto che induce cautela sulla possibilità  di usare in maniera facile e trasparente Windows sui Mactel, è che non è affatto detto che Apple userà  schede madri standard. Anzi, visto il passato di Cupertino, secondo qualche osservatore, è semmai più probabile il contrario così che se Intel venderà  i suoi Pentium non è detto che intorno ci siano gli stessi chipset che si vedono in un assemblato o in un Dell. Questa scelta, che Apple potrebbe attuare per impedire l’€™uso di Mac OS X su macchine PC tradizionali (il sistema operativo cercherebbe hardware e firmware presente solo nei Mac), potrebbe tradursi nell’€™impossibilità  di usare Windows standard o i driver software che sono contenuti nel Windows per PC. Il tutto significherebbe l’€™impossibilità  di installare il sistema operativo di Redmond su macchine che, a tutti gli effetti, non sarebbero dei PC.

Per fare fronte a questi possibili ostacoli e a conquistare il Mac, Microsoft potrebbe essere costretta a creare una versione speciale del suo sistema operativo, una scelta che deve essere molto ben ponderata dalla società  di Bill Gates. Di fronte ci sono non solo questioni di costi che dovrebbero avere un riscontro nelle vendite, ma anche risvolti inerenti il marketing. Ad esempio Microsoft potrebbe trovare controproducente favorire la vendita di un hardware polivalente e che potrebbe essere usato come cavallo di troia per insidiare le sue quote di mercato nel campo dei sistemi operativi, visto che ogni Macintel venduto sarà  accompagnato anche da un sistema operativo Mac OS X.

Ma a fronte dei pessimisti (o degli ottimisti, a seconda di come la vicenda la si guarda) che pensano che l’€™uso di Windows su Mac non sarà  così facile e immeditato, c’€™è chi pensa che comunque la si giri, il passaggio di Apple ad Intel non potrà  impedire l’€™uso di Windows in maniera molto più efficiente di quanto non sia possibile oggi per tramite degli emulatori. Il segreto sarebbe nei chip Pentium e per la precisione in una delle sue tecnologie: Vanderpool. La tecnologia di virtualizzazione dei processori, di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi e che sarà  lanciata da Intel con Conroe, permetterà  di partizionare l’€™hardware creando una macchina all’€™interno della macchina, così che un nucleo del processore potrà  essere dedicato a far girare Windows. In pratica il sistema operativo ‘€œospite’€ poggerà  su Mac OS X ma potrà  girare quasi a velocità  nativa sfruttando interamente una parte del processore.

Molti osservatori, parallelamente, credono anche che un aiuto potrebbe giungere da Apple. Una volta venduto un Mac e una copia di Mac OS X e ottenuto l’€™obbiettivo di impedire ai PC di far girare il suo sistema operativo, offrire una macchina con OS multipli sarebbe solo un vantaggio per Cupertino che potrebbe così catturare una fascia di utenza tentata dal lasciare Win per il Mac ma che oggi non lo fa perché usa applicazioni che non sono disponibili per Mac OS X. Costoro comprando un ‘€œMacintel’€ di certo non cancelleranno Mac OS X per usare solo Windows ma saranno allettati dalla prospettiva di poter fare, se necessario, un doppio boot (o addirittura alternare senza riavviare i due sistemi operativi) a seconda delle loro esigenze.

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