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Ambientalisti assediano l’assemblea azionisti di Apple

Gli attivisti per l’ambiente lanciano accuse ad Apple e Jobs si arrabbia. Questo l’episodio più significativa della riunione degli azionisti di Cupertino tenutasi ieri e segnata da una parte centrale piuttosto tumultuosa in cui sono volate all’indirizzo della società  della Mela, per l’occasione definita “Mela Bacata” da alcuni dei presenti, messa sul banco degli imputati per alcune politiche ritenute non adeguate alla riduzione dell’impatto ambientale dei suoi prodotti.

Che la seduta potesse essere movimentata lo si intuiva fin dalla mattinata, quando di fronte alla sede di Apple è stato istallato da parte di un’associazione (che ha anche un sito in parte dedicato alle politiche di Apple ) un picchetto con tanto di cartelloni e slogan. All’interno, una volta iniziata l’assembla, il sasso è stato lanciato da Rachel Gibson, rappresentante di un fondo d’investimento d’ispirazione ambientalista, Green Century Found. Secondo Gibson Apple dovrebbe fare di più per migliorare la campagna di riciclo dei suoi computer. Jobs che si era evidentemente preparato sull’argomento, dopo essersi detto “lieto della domanda”, ha cominciato a sciorinare cifre: 1500 tonnellate di computer recuperati e smaltiti, il 90% della tonnellata e mezzo di tastiere e mouse completamente riciclato. Ma gli ambientalisti, presenti in gran numero, hanno continuato ad incalzare il CEO, raffrontando la politica di Apple con quella di altre società  come Dell e HP, accusandola di usare detenuti ai lavori forzati per recuperare i prodotti che ricicla, di spedire materiali inquinanti o pericolosi oltre oceano e l’iPod un “bomba ecologica ad orologeria”, sia per le componenti che per il fatto che le batterie sono non sostituibili. A quel punto Jobs ha letteralmente perso le staffe e, senza far mancare accenti piuttosto forti (definendo ad esempio le accuse “bullshit”, letteralmente “stronzate”), ha respinto i punti uno ad uno.

In particolare il CEO ha negato la spedizione all’estero dei prodotti da riciclare, sostenendo che l’unica cosa che finisce fuori dai confini degli USA è la plastica che viene fusa e recuperata al 100%. Per quanto riguarda iPod Jobs ha detto che se è vero che il player contiene una minima quantità  di piombo, è altrettanto vero che Apple sta cercando di ridurlo se non di eliminarlo completamente.

Per quanto riguarda le batterie gli ambientalisti avrebbero “torto marcio” visto che Apple ha un programma di sostituzione che è esattamente il contrario del favorire l’inquinamento. “Sono player che hanno le batterie sostituibili – ha detto Jobs – a determinare l’inquinamento perché gli utenti di solito le buttano nella spazzatura”

“Mi chiedo solo perché – ha continuato Jobs – questa gente deve lanciare accuse così evidentemente false. La risposta è solo una: vogliono usare la visibilità  di Apple per fare pubblicità  al loro gruppo”. La prova, sempre secondo Jobs, sarebbe nelle dichiarazioni che alcuni di loro hanno fatto alla stampa prima di giungere a Cupertino: “Hanno detto ad un giornale – ha detto Jobs nel corso dell’incontro al pubblico che accompagnava la requisitoria del CEO con applausi – che avrebbero scelto noi con lo specifico scopo di fare il più rumore possibile, perché l’iPod è il prodotto più alla moda. Questo è semplicemente insensato”.

Nel corso della parte istituzionale dell’incontro, durata una quindicina di minuti, tra l’altro, sono stati rieletti i membri del consiglio d’amministrazione (Fred Anderson, William Campbell, Millard Drexler, Al Gore, Steve Jobs, Arthur Levinson e Jerome York) e respinto un programma d’incentivazione per i manager con maggiore anzianità  fondato su azioni ristrette.

Jobs ha poi annunciato che intende fornire con regolarità  informazioni sul suo stato di salute, alla luce della operazione al pancreas subita lo scorso anno, e alla luce di questa iniziativa respinto le domande sulle sue condizioni attuali.

C’è stato tempo per lanciare qualche frecciata a Microsoft. Alla domanda su Tiger in rapporto a Longhorn, Jobs ha detto: “Ci stanno copiando spudoratamente, solo che non riescono a farlo abbastanza velocemente: noi mettiamo il nostro sistema operativo nelle mani dei nostri utenti a fine mese, loro tra due anni”.

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