C’è grande fermento e preoccupazione tra coloro che sostengono MPEG-4. Microsoft, infatti, pare avere imbracciato il fucile per andare a caccia del mercato di riferimento della nuova implementazione dello standard.
Nei giorni scorsi, infatti, Redmond per la prima volta ha deciso di fissare un prezzo per la concessione in licenza del Codec che è alla base di Windows Media Player a favore di tutti coloro che lo vorranno utilizzare su sistemi non Windows presentando prezzi concorrenziali e decisamente più bassi di quelli che propone il consorziane MPEG LA per l’utilizzo di MPEG-4.
La mossa è chiaramente indirizzata a conquistare il mercato dei sistemi audio e video, decoder, macchine fotografiche e telecamere digitali, ricevitori satellitari e persino DVD, un mercato sino ad oggi dominato da MPEG che ha il vantaggio di non essere controllato da un’unica realtà industriale.
La prospettiva che Microsoft, forte del suo potere monopolistico nei sistemi operativi informatici, possa entrare come un elegante nella classica cristalleria, e dominare anche questa fascia del mercato consumer preoccupa non poco molti produttori, non solo i possessori delle varie licenze che costituiscono MPEG-4 ma anche alcuni osservatori esterni che temono che dopo l’iniziale consolidamento, Microsoft possa imporre la sua legge in fatto di prezzi e tecnologie.
Microsoft replica puntando al fatto che la concorrenza è sempre positiva e che la possibilità di avere a disposizione uno standard come quello alla base di Windows Media Player che consente di avere la stessa qualità di MPEG-4 con dimensioni di file decisamente inferiori, non può essere considerato uno svantaggio per gli utenti finali.
Ricordiamo che MPEG-4 è alla base di QuickTime 6 e che anche Real Networks ha scelto lo standard per lo streaming su Internet. Molte società hanno già adottato MPEG-4 per la registrazione digitale su macchine fotografiche digitali e su telecamere. Solo Microsoft ha scelto di non usare MPEG 4 per il suo Windows Media Player che si fonda invece su un codec proprietario, quello che, appunto, è oggi proposto sul mercato.