Donald Trump prende di mira Apple con la minaccia esplicita di nuovi dazi del 25% qualora l’azienda non iniziasse a produrre gli iPhone negli Stati Uniti invece che all’estero.
L’avvertimento è apparso su Truth Social – la piattaforma di social media lanciata da Trump nel 2021 in seguito al suo ban da Twitter – pochi giorni dopo l’annuncio del CEO di Apple, Tim Cook, secondo cui gran parte della produzione destinata al mercato statunitense sarà affidata a stabilimenti in India.
La scelta di Apple di trasferire parte della produzione nel subcontinente asiatico è stata vista da molti come una mossa strategica per ridurre la dipendenza dalla Cina, in un contesto di persistenti tensioni commerciali tra Washington e Pechino.

Trump ha dichiarato di aver già comunicato a Tim Cook che si aspetta che gli iPhone venduti negli Stati Uniti vengano costruiti sul suolo americano, non in India né altrove. In caso contrario, ha affermato, Apple dovrà pagare dazi di almeno il 25% al governo degli Stati Uniti. Ha poi concluso con un ringraziamento ironico per l’attenzione riservata alla questione.
Secondo quanto riportato, Apple intendeva coprire tutte le oltre 60 milioni di unità vendute annualmente negli USA attraverso impianti produttivi in India entro la fine del 2026. Nel frattempo, il fornitore principale Foxconn ha già avviato un investimento di 1,5 miliardi di dollari per potenziare la capacità produttiva nel Paese, incluso uno stabilimento per moduli display nei pressi di Chennai.
L’annuncio di Trump ha avuto un impatto immediato sul mercato: le azioni Apple sono scese del 3% nelle contrattazioni pre-market di questo venerdì.
Se venisse accolta, la richiesta dell’ex presidente segnerebbe una svolta radicale nella strategia produttiva di Apple, che da tempo si affida a fornitori asiatici per via dei costi più contenuti e della solidità delle catene di approvvigionamento.
Spostare la produzione degli iPhone negli Stati Uniti implicherebbe investimenti infrastrutturali colossali e con ogni probabilità farebbe lievitare i prezzi dei dispositivi, rendendo di fatto irrealizzabile una transizione nel breve periodo.
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