Motorola ed Apple a caccia di alleati nel campo della musica digitale per il lancio del Mactorola sembrano averne trovato uno anche in Europa. Si tratta di O2, un operatore di telefonia britannico che avrebbe detto sì alla proposta di commercializzare il telefono.
A lanciare l’indiscrezione è The Times, un giornale che normalmente non si lascia andare a troppi voli pindarci quando si tratta di notizie. Da quanto si apprende dalla prestigiosa testata britannica il lancio sul mercato locale dovrebbe avvenire tra alcune settimane, in tempo per la stagione dei regali di Natale. Altri dettagli non vengono resi noti, ma sembra di capire che l’accordo ricalcherà quello che potrebbe essere lanciato negli USA in collaborazione con Cingular.
Da notare che nelle colonne del The Times si parla della possibilità di acquistare musica on line usando direttamente il telefono. Che cosa il giornale intenda con questa affermazione non è molto chiaro. Potrebbe trattarsi della semplice possibilità di accedere, mediante un browser appositamente studiato, ad una versione mobile dell’iTunes Music Store oppure di un negozio allestito a questo scopo dalla stessa O2 e rimarchiato iTunes. In ogni caso se l’affermazione trovasse un riscontro nella realtà significherebbe che Motorola ed Apple hanno trovato un sistema per aggirare le difficoltà tecniche e di copyright poste dal download di musica via cellulare. Ricordiamo che l’impossibilità del telefono di acquistare musica ‘over the air’ è stata considerata fino a ieri la principale difficoltà riscontrata da Apple e Motorola, che mai hanno fatto cenno ad un negozio o alla possibilità di scaricare musica direttamente dalla rete di telefonia, nel proporre il telefono ai carrier. I fornitori d’accesso temono infatti che il dispositivo, capace unicamente di acquisire musica comprata via computer, risulti più che inutile dannoso ai fini di incremento dei loro profitti. Molte compagnie hanno infatti loro negozi dai quali vendono (a caro prezzo) brani musicali spuntando, parallelamente, lucrosi guadagni dalla trasmissione dati richiesta per trasferire la canzone.
In realtà non si può neppure escludere che questa parte dell’articolo di The Times (invero non del tutto preciso nella descrizione del dispositivo) sia inficiata da qualche rimasticatura o ‘sentito dire’ e, come tale, non del tutto attendibile.