Niente Corte Suprema per il caso Microsoft. I magistrati del massimo grado di giudizio del sistema americano ha reso noto di avere respinto la richiesta avanzata dal gigante di Redmond che chiedeva l’esame del suo caso evitando il ritorno alla corte distrettuale.
La decisione non giunge inattesa. La maggior parte degli esperti di anti trust avevano avanzato seri dubbi sulla possibilità che la Corte Suprema potesse accogliere la richiesta. ‘Solo Microsoft – ha detto Bob Lande docente in legge della Università di Baltimora supponeva che il ricorso potesse essere accolto. Quali motivi potevano spingere la Corte ad occuparsi dio un caso così complesso’
Ora per Microsoft restano aperte solo due strade: subire, dopo un riesame del caso, una nuova punizione che presumibilmente sarà diversa da quella comminata da Jackson o trovare un accordo con il Dipartimento di Giustizia.
In questo momento su ordine del nuovo giudice Colleen Kollar Kotelly le due parti stanno cercando di trovare proprio un accordo extragiudiziale. Se entro venerdì la trattativa non sarà giunta ad una conclusione o se le parti non mostreranno di avere fatto passi avanti verrà assegnato un mediatore che lavorerà fino al 2 novembre data dopo la quale il processo riprenderà per arrivare ad un giudizio finale.
Già nel corso del processo di primo grado Microsoft e il Dipartimento di Giustizia cercarono un accordo mediato attraverso un giudice che fece da moderatore tra le parti. Ma i colloqui, che si svolsero a Chicago, non produssero alcun effetto.
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La Corte Suprema dice no a Microsoft
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